Giù tasse su redditi medi e capital gain: è l’invito a Draghi per la riforma fiscale
Per le commissioni Finanze di Camera e Senato la riforma fiscale deve passare essenzialmente da due passaggi: ridurre il carico sui contribuenti, in particolare, nella fascia di reddito compresa fra i 28mila e i 55mila euro, attualmente tassata al 55%; abbassare l’aliquota al 26% sui redditi finanziari (“capital gain”), allineandola al primo scaglione Irpef, al 23%.
Sono alcune delle conclusioni raggiunte nella proposta conclusiva elaborate dai parlamentari delle due commissioni, all’interno delle quali sono rappresentati tutti i gruppi. La proposta è stata discussa a partire dalle ore 15 di oggi, 30 giugno, e “fungerà da indirizzo politico al Governo per la predisposizione della legge delega sulla riforma fiscale”.
Entro il 31 luglio l’esecutivo guidato da Mario Draghi si è impegnato a presentare la sua proposta di riforma fiscale. Il testo delle commissioni ha deciso di sorvolare sulle materie, ritenute “nodi politici” su cui serve ancora “discutere”, della tassazione sui grandi patrimoni (cara a una parte del Pd) e sulla flat tax per le partite Iva (più in sintonia con la Lega).
Riforma fiscale e capital gain, le altre indicazioni
All’interno del documento discusso in Parlamento, oltre alla riforma fiscale e al capital gain, viene affermato che il superamento dell’evasione fiscale dovrebbe essere accompagnato da un “processo di natura culturale”, laddove “lo Stato deve allontanare ogni tendenza a considerare il contribuente un evasore che ancora non è stato scoperto”, rendendosi allo stesso tempo più efficiente anche nell’utilizzo delle risorse riscosse. Il contribuente, dunque, deve ottenere “il beneficio collettivo che deriva dal pagamento dei tributi (in termini di erogazione di beni e servizi pubblici)”.
Ma a rendersi più efficiente dovrebbe essere anche la stessa macchina della riscossione, per la quale si auspica una “vera e propria rivoluzione manageriale” che conduca ad una “gestione del processo produttivo interamente concentrata su efficienza ed efficacia”. Finora, si legge altrove nel testo, “la digitalizzazione del fisco” si è rivelata “lo strumento maggiormente efficace nel contrasto all’evasione fiscale”.