Lavoro, Cavallaro (Cisal): come riformare pensioni e fisco per ripartire davvero
“È inutile parlare di ripartenza se non cambiamo le regole che hanno bloccato il Paese ancor prima della pandemia. Il coranavirus, di fatto, ha rimarcato una già profonda difficoltà in termini occupazionali, previdenziali e fiscali.
Pensare di aver superato la crisi tornando alla condizione di prima è l’errore più grande che possiamo commettere. E allora cambio generazionale nel mondo del lavoro con salario minimo garantito, ma associato ad una revisione delle pensioni che preveda la rimozione del calcolo contributivo. Non possiamo dimenticare che con l’esaurimento delle pensioni miste retributive/contributive, le riforme Dini e Fornero creeranno pensionati poveri.
Una bomba sociale che andrebbe ad aggiungersi alla condizione secondo cui, leggendo gli ultimi dati, nel nostro Paese si è poveri anche lavorando. Senza una retribuzione adeguata, senza tutele, senza stabilità, non può esserci futuro. Contestualmente non si può immaginare che l’adozione del salario minimo garantito possa conferire una sorta di ‘patente di congruità’ delle retribuzioni derivanti dai contratti, aprendo così nuovi e prevedibili, nonché preoccupanti, orizzonti.
E poi una fiscalità di vantaggio ben coordinata con tutti i settori impositivi, nessuno escluso, che preveda una revisione profonda dell’attuale impianto dell’Irpef”.
Lo ha detto il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, aprendo la conferenza stampa “Cambiare per Ripartire” nella sala “Caduti di Nassirya” a Palazzo Madama.
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