09:06 lunedì 9 Agosto 2021

Flash crash per oro e argento, tapering Fed più vicino dopo boom occupazione Us

Tonfo di 60 dollari in pochi minuti per l’oro con gli investitori che temono che la Federal Reserve presto inizi a ritirare i suoi massicci stimoli monetari.

Il lingotto spot è arrivato a perdere oltre il 4% e l’argento è crollato fino al 7% in scia al sell-off innescato venerdì dai dati sull’occupazione migliori del previsto. Al momento entrambi i metalli preziosi hanno ridotto le perdite e segnano rispettivamente -0,94% a 1.744 $ e -1,7% a 23,9 dollari.

A luglio gli Stati Uniti hanno creato evidenziato una crescita dei posti di lavoro ai top in quasi un anno (+943mila unità) e il tasso di disoccupazione è diminuito più rapidamente del previsto. Il presidente della Fed di Dallas, Robert Kaplan, ritiene che la banca centrale dovrebbe iniziare a ridurre al più presto i suoi acquisti di asset.

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Piazza Affari chiude debole con le altre borse europee. I dati Usa su inflazione core Pce e Pil rafforzano la visione cauta della Fed

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Apertura stabile a Wall Street in attesa dell’indice Pce

Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.

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USA, richieste mutui in risalita: +6,3% in una settimana

Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.

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Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.

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