Mercati: variante Delta non farà deragliare ripresa. UBS WM Italy punta sui ciclici, energia e finanziari in testa
“La variante Delta potrebbe forse ritardare di un trimestre o due la ripresa economica, ma difficilmente la farà deragliare”. E’ di questo parere Matteo Ramenghi, chief investment officer di UBS WM Italy, che parte nella sua analisi dai recenti dati macroeconomici della zona euro.
Negli ultimi giorni sono, infatti, stati pubblicati molti dati economici e aziendali che confermano come l’Europa stia procedendo verso una ripresa vigorosa e duratura. Secondo le stime di Eurostat, il Pil della zona euro è cresciuto del 2% nel secondo trimestre portandosi a un livello del 13,7%, superiore rispetto al medesimo trimestre dello scorso anno. Mancano solo 3 punti percentuali per recuperare il livello di PIL pre-pandemia, un obiettivo realistico per la fine dell’anno. “Stimiamo una crescita per l’eurozona del 5,1% per il 2021: a questo punto si tratta di una previsione a portata di mano, nonostante il rischio di nuove restrizioni per via della variante Delta”, afferma l’esperto secondo il quale l’espansione dell’eurozona nel secondo trimestre è stata più rapida e intensa di quanto si aspettassero gran parte degli economisti ed è stata guidata da Italia, Spagna e Portogallo. L’Italia ha registrato una crescita del 2,7% rispetto al primo trimestre dell’anno, con il contributo di quasi tutti i comparti: domanda interna, esportazioni, servizi e industria. Al contrario, Germania e Francia hanno registrato performance moderate, rispettivamente +1,5% e +0,9% nel trimestre. Nel caso della Germania, probabilmente l’economia è stata rallentata dalla difficoltà nel reperire materie prime.
A completare il quadro, le indicazioni in arrivo dal leading indicator, vale a dire quegli indici che dovrebbero anticipare gli andamenti economici, che suggeriscono che questi risultati potrebbero continuare: il Markit Purchasing Managers’ Index (PMI, che riassume le indicazioni dei direttori acquisti di un ampio campione di aziende) rimane a un livello molto elevato (62,8), che indica una forte espansione economica.
Spunti positivi anche dall’earnings season europea
Spunti positivi anche dall’earnings season che prosegue anche in questi giorni in Europa. I risultati del secondo trimestre delle società quotate in Europa (oltre 200 hanno già pubblicato i loro dati) mostrano, rimarcano da UBS WM Italy, una crescita dei ricavi e un forte aumento della redditività: mediamente gli utili sono risultati del 33% superiori alle stime degli analisti. La principale preoccupazione degli investitori prima delle trimestrali era legata ai margini, visti gli aumenti consistenti dei prezzi delle materie prime. Al contrario, spiega l’esperto, i margini operativi sono risultati in aumento grazie all’incremento del volume d’affari per quasi tutti i settori produttivi. Inoltre, molte aziende si sono dichiarate ottimiste riguardo alla possibilità di incrementare i prezzi. Insomma, le preoccupazioni legate alla variante Delta e a potenziali nuove mutazioni sono giustificati ma, finora, nessuna variante sembra eludere completamente i vaccini. Di conseguenza, il peggioramento della pandemia potrebbe ritardare di un trimestre o due la ripresa economica, ma difficilmente la farà deragliare.
Tema inflazione
Uno dei temi che resta caldo sui mercati è certamente quello dell’inflazione. Oggi c’è un importante test in tal senso negli Usa, con la pubblicazione del dato sui prezzi al consumo negli Stati Uniti. Come sottolinea Mark Haefele, chief investment officer global wealth management di UBS, questo dato risulterà importante per “sapere se le pressioni inflazionistiche iniziano a diminuire. Non ci aspettiamo che l’aumento dei prezzi costringa le banche centrali a ritirare gli stimoli monetari prima del previsto”. Nel frattempo, l’inflazione sta aumentando anche nella zona euro, dove ha raggiunto il 2,2% a luglio, il livello più alto da ottobre 2018. Ramenghi si attende che quest’anno rimanga superiore al 2%, raggiungendo probabilmente un picco di circa il 3% a novembre.
“Molti fattori suggeriscono però che si tratterebbe di aumenti in parte legati a fattori transitori e che l’inflazione tornerà al di sotto del 2% l’anno prossimo – mantenendosi comunque a un livello superiore rispetto all’ultimo decennio – spiega ancora Ramenghi -. Oltre al rimbalzo ciclico, ciò che spingerà l’economia nei prossimi anni è il cambiamento delle politiche economiche, ora più orientate alla crescita, e la disponibilità delle famiglie a ridurre il proprio tasso di risparmio, cresciuto notevolmente durante la pandemia. Infatti, l’Unione europea (UE) sembra essere uscita da una lunga fase di dogmatismo fiscale per orientarsi progressivamente verso politiche orientate alla crescita.
UBS WM Italy punta sui ciclici
Come potersi muovere in tema di investimenti in un tale contesto? Ramenghi indica nella sua analisi che “si tratta di un quadro che suggerisce di rimanere investiti sul mercato azionario, dove i nostri settori preferiti sono quelli più ciclici, come energia e finanziari. Un quadro di maggiore inflazione mette invece sotto pressione il comparto obbligazionario, dove solo una minoranza del mercato riesce a compensare l’atteso aumento dei prezzi. In quest’area privilegiamo il segmento high yield, rimanendo cauti sulle obbligazioni con rating più elevati (e di conseguenza rendimenti più bassi)”.
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A novembre, l’inflazione in Germania è diminuita dello 0,2% rispetto al mese precedente, mentre su base annua ha registrato un aumento del 2,2%. Questi dati, forniti dall’ufficio federale di statistica, sono in linea con le aspettative del mercato. L’indice dei prezzi al consumo armonizzato ha visto una flessione mensile dello 0,7% e un aumento annuale del 2,4%.
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