La sostenibilità piace sempre di più agli investitori, con asset gestiti calcolati a oltre 35mila miliardi dollari nel 2020; ma la sensazione di indirizzare i propri risparmi verso il bene collettivo del pianeta si traduce veramente nei fatti?
E’ la domanda che da sempre divide sostenitori e detrattori dell’universo Esg.
In quest’ultima categoria si è recentemente aggiunto l’ex cio per il sustainable investing di BlackRock, Tariq Fancy, che ha espresso le sue perplessità in un lungo articolo pubblicato la scorsa settimana su Medium.
Sostenibilità e finanza, le critiche
Secondo Fancy, che un tempo si era occupato di promuovere proprio i fondi green di BlackRock, quella dell’Esg rischia di essere una clamorosa “distrazione” o un effetto “placebo”, in grado di allontanare l’attenzione dal costoso processo di adeguamento dell’economia verso pratiche meno inquinanti.
Citando un articolo scientifico pubblicato su Nature nel 2019, secondo il quale le soluzioni sbrigative rischiano di generare “false speranze” sulla lotta al climate change, Fancy si è apertamente domandato: “E se il lavoro che facevo per BlackRock avesse attivamente danneggiato la società, fuorviando la gente e ritardando le riforme necessarie dei governi?”
Ad esempio, “i green bond, in cui le aziende raccolgono debito per usi ecologici, sono una delle categorie più grandi e in più rapida crescita negli investimenti sostenibili, con una dimensione di mercato che ha ormai superato i mille miliardi di dollari”, ha scritto Fancy, “nella pratica, non è del tutto chiaro se creano molto impatto ambientale positivo che non si sarebbe verificato altrimenti”. Infatti, “la maggior parte delle aziende hanno alcune iniziative che possono finanziare tramite obbligazioni verdi, senza aumentare o alterare i loro piani generali. E nulla impedisce loro di perseguire attività decisamente non-green attraverso le loro altre fonti di finanziamento”.
Di certo, per le società di investimento la promozione di fondi Esg permette di offrire un servizio caratterizzato da commissioni un po’ più alte, e dunque più costose per i clienti, ha sottolineato Fancy. Secondo i dati FactSet, infatti, il fondo Esg medio aveva una fee dello 0,2% contro lo 0,14% registrato dai fondi “generici”.
L’ex cio di BlackRock ha messo alla prova le sue convinzioni sulla potenziale pericolosità del marketing Esg attraverso una ricerca condotta assieme con la Ryerson University nell’estate del 2020. Al termine del survey è emerso che la gran parte dei partecipanti non si sono rivelati in grado di distinguere il reale impatto ambientale di diverse iniziative sostenibili.
“La verità è che la maggior parte delle persone non ha idea di cosa funzioni e cosa no”, ha scritto Fancy, “questi sono problemi complessi, ma invece di avere esperti di politica dedicati a modificare attentamente il sistema, lasciamo che sia il pubblico in generale a doverlo capire da solo”.
“Subito dopo aver lasciato BlackRock, avevo raggiunto la conclusione che il nostro lavoro negli investimenti sostenibili era come vendere erba di grano a un paziente malato di cancro. Non ci sono prove che l’erba di grano”, comunemente ritenuta assai salutare, “faccia qualcosa per fermare la diffusione del cancro, ma è allettante crederci, soprattutto quando il medico ti consiglia la chemioterapia… Peggio, i nostri messaggi di marketing altezzosi e fuorvianti stavano anche ritardando il paziente a sottoporsi alla chemioterapia”.
Fuori di metafora, agli esperti è chiaro che combattere il cambiamento climatico sarà un processo estremamente costoso: secondo Morgan Stanley, tale prezzo raggiungerebbe i 50mila miliardi di dollari.
“Se fosse stato economico”, ha scritto l’ex di BlackRock, “avremmo già risolto il problema”.