Si avvicina l’appuntamento di Jackson Hole, dal quale ci si aspettano nuovi segnali sul futuro corso della politica monetaria della Federal Reserve. Il tradizionale simposio dei banchieri centrali nella località montana del Wyoming vedrà nel discorso del presidente Jerome Powell il suo momento più seguito, venerdì 27 agosto.
Le anticipazioni sulla futura riduzione del volume degli acquisti di titoli di Stato e del settore immobiliare da parte della Fed all’interno dei piani di quantitative easing, tuttavia, hanno suggerito a vari analisti che le probabilità di un taper tantrum analogo a quello sperimentato nel 2013 siano modeste.
“L’ultimo tapering della Fed, nel 2013, causò” un aumento dei “rendimenti obbligazionari da circa il 2% al 4% prima della fine del 2013 e gli spread di credito si allargarono di circa 20 punti base abbastanza rapidamente e l’S&P500 scese di circa il 5% fino a metà giugno prima di recuperare la stabilità”, ha ricordato Luke Hickmore, gestore obbligazionario di Aberdeen Standard Investments, secondo il quale, tuttavia, la storia non si ripeterà.
“La riunione del 22 settembre costituirà un’occasione più appropriata per mettere in guardia sull’incombente tapering, poiché includerà anche i dati aggiornati circa la crescita e le previsioni su occupazione e inflazione”, ha dichiarato in una nota Paolo Zanghieri, Senior Economist di Generali Investments, “il nostro scenario base, partendo dal presupposto che la variante Delta resti sotto controllo, prevede un annuncio formale a novembre, seguito dall’implementazione a dicembre”.
A moderare l’impatto della riduzione degli acquisti di titoli da parte della Fed sui mercati sarebbe anche la diffusa aspettativa che il reale inasprimento delle condizioni finanziarie, rappresentato dal rialzo dei tassi, non avverrebbe prima del 2023, ha aggiunto Zanghieri.
Il rischio di un taper tantrum a Jackson Hole è ridotto
“Oggi, a differenza del 2013, il Fomc non è l’unica banca centrale ad acquistare asset. La Banca d’Inghilterra, la Bce, la Banca del Giappone e la Royal Bank of Australia stanno ancora comprando titoli di Stato ed espandendo i loro bilanci”, ha dichiarato Luke Hickmore.
“Il mercato ha parlato di tapering per tutto l’anno”, ha aggiunto l’analista di Aberdeen, “gli shock inflazionistici di febbraio hanno portato a molte speculazioni sul tapering della Fed e a un modesto movimento verso l’alto dei rendimenti, ma nessun Tantrum. È difficile sorprendere un mercato che si aspetta ampiamente che succeda qualcosa. C’è poi da considerare che Jerome Powell potrebbe anche non menzionare il tapering nel suo discorso, data la recrudescenza del Covid 19 causata dalla variante Delta che al momento incide negativamente sulla crescita negli Stati Uniti. E’ possibile, quindi, che qualsiasi discorso sul tapering venga posticipato alla riunione di settembre del Fomc, e che se ne veda un blando esordio a novembre”.
Secondo Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz GI, “la recrudescenza della pandemia del coronavirus negli Stati Uniti ha riportato la crisi sanitaria alla ribalta” e “le incertezze intorno a Covid che pesano anche sull’economia” dovrebbero indurre Powell a una certa dose di cautela nel parlare del tapering. “A Jackson Hole, Powell dovrebbe quindi essere chiaro ma cauto sui tempi di inizio del tapering. Per gli investitori, la comunicazione sul tapering è una delle decisioni più attese nella storia delle banche centrali, e un ritardo di qualche mese non dovrebbe preoccuparli”, ha concluso Dixmier.