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Wall Street: per Morgan Stanley giù del 15% entro fine anno, come orientare i portafogli

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Wall Street ha corso troppo, meglio andarci cauti: è l’opinione degli analisti di Morgan Stanley che stimano per l’azionario Usa una correzione superiore al 10% entro fine anno.

“Ai prezzi attuali i mercati sono vulnerabili” ha affermato Lisa Shalett, chief investment officer di Morgan Stanley Wealth Management, che in una nota di ieri prevede un calo del mercato azionario dal 10% al 15% entro fine anno.

Secondo l’esperta, la forza dei principali indici azionari statunitensi nel mese di agosto e nei primi giorni di settembre appare scollata da una congiuntura piena di ombre: l’impennata dei ricoveri ospedalieri per COVID-19, il crollo della fiducia dei consumatori, tassi di interesse più elevati e significativi cambiamenti geopolitici sono solo alcuni dei fattori che non lasciano intravedere nulla di buono per i prossimi mesi.

Sebbene Shalett rimanga tendenzialmente “ottimista sulle prospettive economiche” per via delle solide prospettive per le spese in conto capitale e il rafforzamento dei mercati del lavoro, il comitato per gli investimenti globali della banca appare sempre più preoccupato per le valutazioni di mercato.

“I tassi di interesse reali stanno aumentando non solo perché il tapering della Fed dovrebbe iniziare ufficialmente entro la fine dell’anno, ma anche per il rimbalzo delle economie globali e la liquidità estera che si sposta dai titoli del Tesoro statunitensi, considerati troppo cari”, ha affermato Shalett. “Tassi di interesse più elevati dovrebbero esercitare pressioni sui P/E (prezzo/utili), che sono già ben al di sopra della media storica, soprattutto se si tiene conto dei livelli attuali di inflazione”.

Gli investitori sembrano riporre la loro “fede” nella Federal Reserve, con le sue “comunicazioni magistralmente sfumate”, per raggiungere i suoi obiettivi politici, secondo Shalett. Il presidente della Fed Jerome Powell “ha apparentemente convinto gli investitori che lui e i suoi colleghi politici sono in grado di infilare delicatamente l’ago della politica senza commettere errori”, dice l’esperta nella nota.

Un esempio? I mercati sono apparsi decisamente fiduciosi dopo che la FED ha ribadito, in occasione di Jackson Hole, che l’aumento dell’inflazione è temporaneo, e che “gli aumenti dei tassi effettivi sono legati all’asticella molto alta dei loro nuovi criteri di ‘massima’ occupazione”, secondo Shalett.

“Sia gli investitori azionari che quelli obbligazionari hanno esultato”, ha detto, “lasciando che le bolle patrimoniali e le preoccupazioni sulla stabilità finanziaria andassero al diavolo”.

Wall Street, i consigli di Morgan Stanley

In vista di future prese di beneficio a Wall Street, Morgan Stanley suggerisce di orientare i portafogli di investimento verso “ciclici di alta qualità”, in particolare titoli del settore finanziario, ma anche titoli caratterizzati da “consistenti dividendi nei servizi ai consumatori, beni di prima necessità e assistenza sanitaria”.

Alla chiusura di ieri, il Dow Jones ha perso 267,64 punti (-0,76%) a 35.101,45, lo S&P 500 è sceso di 15,29 punti (-0,34%) a 4.520,14, il Nasdaq ha terminato in rialzo di 10,81 punti (+0,07%) a 15.374,33, chiusura record.

Nel frattempo, Goldman Sachs ha rivisto in ribasso le sue previsioni economiche, citando la variante Delta: la crescita annuale del Pil Usa è prevista al 5,7%, sotto il 6,2% del consensus; le previsioni per il quarto trimestre sono state tagliate dal 6,5% al 5,5%. Inoltre, nel medio periodo, a preoccupare sono anche “la riduzione degli stimoli economici e la ripresa nel settore servizi, più lenta” del previsto, secondo la banca Usa.