Non solo un passo indietro nella politica dei visti nel post Brexit ma il Regno Unito è ora alle prese con la crisi di carburante e potrebbe impiegare centinaia di soldati per consegnare benzina nelle stazioni di servizio del Paese.
Una situazione che si è aggravata alla luce del panic buying, l’acquisto in preda al panico, modello simile a quello visto all’inizio della pandemia con la carta igienica.
Cosa c’è dietro il panic buying
Come spiega Manmohan Sodhi, professore di gestione delle catene d’approvigionamento alla Bayes Business School (ex-Cass Business School) : “la benzina è una merce che si muove velocemente e non è stoccata in grandi quantità nelle pompe di benzina. In secondo luogo, il proprietario di un’auto non ha sostituti.
Questi due elementi combinati implicano che qualsiasi sospetto di scarsità, per qualsiasi motivo, porterà al panic buying da parte dei proprietari di auto, con conseguente scarsità nel migliore dei casi. Tuttavia, a un livello più alto, è abbastanza chiaro che da queste carenze – che siano causate dal Covid, dai periodi di lockdown o dalle incertezze dovute alla Brexit – stiano derivando ricadute in tutti i settori legati all’insufficienza di autisti”.
Crisi carburante: rischio effetto contagio
Quella carburante potrebbe essere solo un tassello di una crisi di approvvigionamento che potrebbe estendersi ad altre materie prime, bevande, giocattoli.
“Questi prodotti sono fabbricati e consegnati ai clienti attraverso catene di approvvigionamento efficienti in termini di costi, progettate per soddisfare un modello stabile di domanda e offerta. Quando una delle due è interrotta, come nel caso dell’attuale domanda di benzina, le carenze di prodotti sono inevitabili e la concorrenza sui prezzi lascia poco spazio di manovra. Il caso specifico del carburante mostra come il comportamento dei consumatori possa esacerbare i problemi di approvvigionamento” ha spiegato Florian Lucker, docente di gestione delle catene d’approvigionamento alla Bayes Business School (ex-Cass Business School), che ha aggiunto:
“Sfortunatamente, il panic buying distorce considerevolmente la catena di approvvigionamento, poiché la “falsa” domanda si fa strada lungo la catena di approvvigionamento fino alle raffinerie di carburante. Queste raffinerie aumenteranno quindi la loro produzione e, a causa dei ritardi di lavorazione, non saranno in grado di ridurre questa capacità extra quando la domanda tornerà alla normalità. Di conseguenza, c’è un eccesso di offerta di carburante e il costo di questa perturbazione viene di solito trasferito al cliente”.
Crisi carburante, possibili soluzioni
Per far fronte a questa situazione, il governo britannico ha fatto un passo indietro sullo schema di visto temporaneo per i conducenti stranieri. Si tratta tuttavia di una soluzione una tantum. Secondo Sodhi,“una migliore soluzione temporanea sarebbe quella di chiedere alla gente di risparmiare carburante per qualche giorno, mettendo in atto misure che riducono gli spostamenti non essenziali.
Questo darebbe alle compagnie petrolifere tempo e spazio per sistemare le loro scorte. In ogni caso, le carenze di beni e di manodopera risultanti dal riavvio dell’economia dopo una fase di stallo di fronte a una domanda a lungo repressa richiederanno tempo per essere risolte.”