Il clima di fiducia attorno alle prospettive di crescita economiche dell’Italia è ai massimi da diverso tempo, grazie ai progressi fatti dall’Ue dai tempi del post-2008 e al governo presieduto da una figura credibile come il premier Mario Draghi.
Per queste ragioni il premio Nobel per l’economia, Michael Spence intravede la fine del lungo periodo di crescita asfittica per il Paese, manifestando un plauso esplicito al nuovo corso politico italiano.
“Dopo più di due decenni di crescita economica lenta e performance al di sotto del potenziale, l’ottimismo dell’Italia è ancora più sorprendente”, ha scritto Spence su Project Syndacate, raccontando del clima fiducioso osservato nel corso dell’incontro dei Cavalieri del Lavoro del 18 settembre.
“Due fattori che si rafforzano a vicenda sembrano aver cambiato il gioco: un governo credibile ed efficace, guidato dal primo ministro Mario Draghi, e una ritrovata volontà dell’Unione Europea di fornire un robusto sostegno fiscale agli investimenti”, ha dichiarato l’economista, “questi due fattori non sono estranei l’uno all’altro”.
“Per cominciare, il curriculum di Draghi ispira rispetto”, ha proseguito Spence, ricordando la decisione con la quale ha guidato la Banca centrale europea verso territori mai battuti prima. “Inoltre, Draghi ha popolato il suo governo con ministri di talento ed esperienza. Il risultato è un governo che è pragmatico e deciso, ma disposto a discutere di argomenti controversi e aperto alla sperimentazione. È una combinazione vincente”, ha affermato Spence.
La mole di debito pubblico, ulteriormente aumentata a causa dello shock pandemico, renderà “come minimo sfidante” il finanziamento degli investimenti e delle riforme necessarie al Paese.
“Un governo che propone una visione per una migliore performance economica, e che ispira fiducia nel fatto che possa realizzare tale visione, migliora drasticamente le possibilità che un’economia possa passare da un equilibrio di non-crescita a un modello di crescita elevata e sostenuta”, ha scritto Spence, “questo potrebbe essere ciò che stiamo vedendo in Italia ora, con il sostegno fiscale europeo che fornisce un ulteriore impulso”.
Con un invito alla cautela, l’economista ha concluso affermando che “resta da vedere se l’Italia ha veramente raggiunto un punto di svolta economica”.
“Ma, dal momento che l’amministrazione di Draghi sembra aver già alleggerito il peso delle basse aspettative e della debole fiducia, le prospettive economiche dell’Italia sono le migliori da molto tempo a questa parte”.