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Mps-Unicredit tornano sotto i riflettori di Piazza Affari: titoli in corsa

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Le nozze Mps-Unicredit tornano sotto i riflettori di piazza Affari. All’indomani delle elezioni amministrative in Italia, con il voto per il collegio 12 della Camera a Siena considerato da molti uno dei passaggi delicati prima dell’intesa sul futuro dell’istituto toscano, il titolo di Unicredit sale del 3%, tornando ai massimi da marzo 2020 a 11,64 euro, mente Monte dei Paschi guadagna il 2,3%.

La vittoria del segretario del Pd Enrico Letta nel seggio vacante di Siena dovrebbe favorire la conferma del progetto del Tesoro che sta trattando in esclusiva con Unicredit il passaggio del controllo di Mps e, secondo indiscrezioni di stampa, il 27 ottobre sarà la data in cui, potrebbe arrivare l’esito dei negoziati. Una data che coincide con l’approvazione dei conti del terzo trimestre dell’istituto di Piazza Gae Aulenti.

Secondo quanto riportato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, dai tavoli di negoziazione sarebbe trapelato “lo schema di massima dell’operazione” esisterebbe già, e che il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, “ha posto condizioni ben precise che riguardano il perimetro delle attività da rilevare (con esclusione degli sportelli nelle aree di sovrapposizione) e il trasferimento allo Stato del contenzioso legale e dei crediti deteriorati e in via di deterioramento”.

Mps-Unicredit: restano preoccupazioni su ricadute nozze

Intanto, la scorsa settimana, alla vigilia delle elezioni, il segretario del Pd Enrico Letta, in un’intervista a La Repubblica, edizione Firenze, aveva indicato alcuni punti che a suo giudizio sono irrinunciabili nella trattativa.

“Salvaguardia dell’occupazione, unità della banca e del marchio, testa a Siena, una direzione senese, accompagnamento della presenza dello Stato dentro l’istituto”. Letta, in quell’occasione, ha aggiunto che “se UniCredit salta l’asticella con queste condizioni bene, ma se non vuol farlo non ci sarà UniCredit a tutti i costi”.

Intanto, le possibili ricadute delle nozze tra le due banche sono al centro delle preoccupazioni di Siena. A Prima delle elezioni, il sindaco di Siena Luigi De Mossi: “Siamo a fine corsa. Non vorrei che una volta ricadute le polveri della campagna elettorale per le Suppletive ci trovassimo davanti qualcuno che dice ‘è già stato fatto tutto’”.

La soluzione Unicredit non convince neppure la Fondazione Mps che parla di “operazione che rischia di essere esosa perché le condizioni le detta il compratore e in modo molto pesante”, ha sottolineato il presidente Carlo Rossi preoccupato per la ricaduta sull’indotto e sulla possibilità di un trasferimento della direzione generale via da Siena.