“Stay Hungry, stay foolish” (Siate affamate, siate folli) è la celebre frase pronunciata da Steve Jobs agli studenti della Stanford University nel 2005, una frase che ancora oggi, a dieci anni dalla morte del visionario imprenditore che ha creato l’impero Apple, è molto in voga e rimbalza sui social.
Steve Jobs: dieci anni dalla morte
Era il 5 ottobre del 2011 che all’età di 56 anni Steve Jobs moriva per un cancro al pancreas. Nato a San Francisco il 24 febbraio 1955, di origini siriane per parte di padre, non fu cresciuto dai suoi genitori naturali ma fu dato in adozione. Protagonista di un murales del famoso Banksy che qualche anno fa lo ha ritratto, con un computer e una sacca sulle spalle, nel campo profughi di Calais, in Francia, per portare l’attenzione sulla crisi dei rifugiati, il giovane Cook fondò Apple nel 1976 con Steve Wozniak e Ronald Waynee in un garage dell’allora giovanissima Silicon Valley.
Da lì che nasce quasi tutta la tecnologia che usiamo ogni giorno: dal Macintosh, il primo personal computer con mouse e tastiera, fino all’iPod e all’iTunes Store che hanno stravolto il modo di fruire e acquistare la musica, per passare all’iPhone, all’Apple Store e all’iPad. Negli anni Apple è diventata una delle più grandi aziende del mondo per valore di mercato, producendo la tecnologia che ha cambiato la vita di più di una generazione.
Jobs è stato persino estromesso da Apple, per poi rientrarvi e macinare i vari successi di Cupertino. Nel 2007 è stato inserito tra i 25 uomini d’affari più potenti del mondo secondo Fortune oltre al titolo di persona dell’anno del Financial Times conquistato nel 2010. Nel corso di questi anni, a Steve Jobs sono stati dedicati libri, film e le case d’aste continuano a fare affari con i cimeli che affiorano di tanto in tanto, segno che la sua figura carismatica è ancora un’icona senza tempo.
“Questo è un business strano” disse una volta Jobs, “tutto quello che ho fatto finora sarà obsoleto quando avrò 50 anni”. E nel famoso discorso dinanzi ai neolaureati dell’Università di Stanford a cui disse la celebre “Stay hungry, stay foolish”, Jobs disse molto altro, parlando di vita e di morte:
“Non sprecate il vostro tempo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui inquini la vostra voce interiore. Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e il vostro intuito. Tutto il resto non conta”.
Il passaggio di testimone a Tim Cook
Era marzo del 1998 quando Tim Cook fece il suo primo ingresso in Apple nel ruolo di vicepresidente per le operazioni mondiali, ricoprendo poi il ruolo di vicepresidente esecutivo per le vendite e le operazioni globali. Braccio destro di Seve Jobs, il 24 agosto 2011 Tim Cook è stato nominato CEO del colosso di Cupertino, due mesi prima della morte di Steve Jobs avvenuta per un tumore al pancreas.
Dieci anni dalla morte di Steve Jobs e dieci anni alla guida di Apple, un arco di tempo in cui Cook ha molto da festeggiare. Conti alla mano, il giro d’affari del terzo trimestre 2021 di Apple è più che triplicato rispetto a quello degli stessi mesi 2011 e oggi Apple vale 2.500 miliardi a Wall Street, 600 miliardi circa più del Pil dell’Italia. Sul piano economico, Cook guida la società con la più alta capitalizzazione di mercato al mondo: più di 2.400 miliardi di dollari, contro i 2.240 di Microsoft e i 1.890 di Alphabet.
Ma il pensiero di Steve Jobs e il suo talento sono sempre nei pensieri di Cook.
“Non c’è giorno che non pensiamo a Steve Jobs… lo spirito e la filosofia di Steve Jobs saranno sempre il dna di Apple (…) È stato un genio dedichiamo questo teatro a Steve perché amava giorni come questo, e non solo per rendergli tributo ma anche per ispirare nuove generazioni”.
Così qualche anno fa Tim Cook inaugurando il teatro a lui dedicato nell’Apple Park, la nuova sede dell’azienda a Cupertino a cui il suo fondatore, che l’aveva ideata, aveva lavorato fino all’ultimo”.
Tuttavia l’ingegnere che ha dato al gigante di Cupertino una sua impronta, potrebbe lasciare il timone, per sua stessa ammissione aprendo così la difficile partita per prendere il comando del gruppo protagonista della scena tech mondiale.