Il tasso di inflazione in Italia e in Spagna e’ destinato a rimanere piu’ alto nei prossimi anni rispetto alla media dei paesi nella zona dell’euro, a causa della minore penetrazione locale di internet. Lo ha detto oggi a Madrid un analista della banca Dresdner Kleinwort Benson.
David Owen, responsabile del dipartimento economico e strategico della banca d’affari, ha sostenuto che le aziende che vendono merce online possono offrire prezzi inferiori rispetto ai negozi tradizionali e alle catene di grandi magazzini, poiche’ hanno di fatto minori costi di esercizio. Quando le aziende di e-commerce guadagnano quote di mercato, poi, si assiste a un generale ribasso dei prezzi, essendo l’unico modo per far fronte alla nuova concorrenza sul web.
La Dresdner Kleinwort Benson ritiene che questo trend aiutera’ a tenere bassa l’inflazione in Europa, nel medio termine. Secondo le stime, il crescente utilizzo di internet potrebbe ridurre l’inflazione nell’area dell’euro dello 0,5% entro il 2003.
Tuttavia, per via della bassa penetrazione del web, in Italia e in Spagna il trend al ribasso dell’inflazione sara’ molto meno pronunciato.
Owen sostiene che la pentrazione di internet sara’ del 9,5% rispetto alla popolazione nell’Europa occidentale entro la fine del 1999, con un aumento fino al 17,2% in Gran Bretagna. L’Italia e’ come al solito il fanalino di coda tra i grandi paesi d’Europa, con una penetrazione di appena il 4,0% della popolazione per la fine dell’anno. Peggio di noi solo la Spagna, con un atsso del 3,7%.