Passata l’estate, il COVID 19 torna a far paura in Europa e sono ripartite le chiusure di scuole e attività commerciali. Il numero si contagi è in ripresa in quasi tutti i Paesi europei, soprattutto in quelli dell’Est dove le vaccinazioni procedono a rilento. Sembra infatti proprio questa la discriminante tra paesi in cui il virus è sotto controllo, come Italia e Francia, e Paesi come quelli dell’Est Europa dove il virus circola velocemente.
Particolarmente critica la situazione in Romania, dove non ci sono più posti liberi nelle terapie intensive. Nel Paese balcanico sono scattate nuove severe restrizioni, compresi il coprifuoco notturno, la chiusura delle scuole e l’esenzione dell’obbligo del pass vaccinale.
Situazione analoga anche in Bulgaria, mentre la Serbia, al pari di tutti gli altri Paesi della regione, è interessata da una forte ripresa della pandemia con picchi di contagi e decessi. In Austria si ipotizza il lockdown per i non vaccinati.
Migliora situazione negli Stati Uniti e Gran Bretagna
Migliora invece la situazione negli Stati Uniti, dove la curva dei contagi è in discesa rispetto al picco raggiunto a settembre, nel pieno della variante Delta. I casi giornalieri sono circa 73 mila, la metà rispetto a un mese fa, mentre la percentuale nazionale dei pienamente vaccinati è pari al 57%. Sulle due coste la quota oscilla tra il 60 e il 70%. Ma nel Sud precipita al 44-48%. A New York è stato decisa la vaccinazione obbligatoria per tutti i dipendenti comunali.
In discesa anche i casi in Gran Bretagna, che sembra aver invertito la tendenza: ieri si sono registrati 36.657 nuovi casi, in calo del 25% rispetto a una settimana prima mentre in Germania, la media dei nuovi casi si attesta di nuovo attorno a circa 13 mila al giorno (12.775 il dato di domenica), il 57% in più di 15 giorni fa; la media dei morti è di 68 al giorno nell’ultima settimana, l’11% in più di 15 giorni fa.
Italia: risale la curva, ma situazione sotto controllo
E l’Italia? Nonostante una risalta di tutte le curve, tra cui l’indice di contagio Rt, che ha superato 1, e l’indice di positività, la situazione resta sotto controllo. C’è poi anche l’incognita della sotto-variante AY.4.2, che attualmente può essere intercettata solo grazie al sequenziamento, ma non dai test.
I dati di ieri del ministero della Salute indicano, come ogni lunedì , una flessione dei nuovi casi positivi: 2.535 rilevati nelle ultime 24 ore contro i 3.725 del giorno precedente.
Sono stati rilevati con 222.385 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 403.715 del giorno precedente. Di conseguenza il tasso di positività risulta aumentato in 24 ore da 0,9% a 1,1%. Calcolando il rapporto fra i soli test molecolari e gli antigenici rapidi, il tasso di positività risulta essere del 4,8%.
I dati del ministero della Salute indicano poi che nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 30, contro i 24 del giorno precedente. Sul fronte dei ricoveri, quelli nelle terapie intensive sono attualmente 338: tre in meno rispetto al giorno prima nel saldo tra entrate e uscite; gli ingressi giornalieri si sono ridotti in un giorno da 18 a 16. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 2.579, con un aumento di 106 in 24 ore.
Risale e supera 1 anche l’indice di contagio Rt: è pari a 1,25 il Covindex, il parametro sovrapponibile all’indice Rt e aggiornato sulla base del rapporto fra nuovi casi positivi e tamponi, calcolato dai ricercatori che fanno capo al sito CovidTrends; è uguale a 1,04 il CovidStat gestito da esperti dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
“Adesso si tratta di capire se l’epidemia di Covid-19 sia in ripresa o meno”, osserva il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook ‘Coronavirus-Dati e analisi scientifiche’. Secondo l’esperto “la situazione va monitorata in modo attento in quanto è probabile che nelle prossime settimane potremmo vedere un aumento dei casi, considerando l’arrivo dell’inverno e la diffusione dell’influenza”.