Esiste un portafoglio su misura per tutelare risparmi e investimenti?
Buongiorno, sono un risparmiatore “prudente” ho fatto degli investimenti tempo fa in azioni e obbligazioni; attualmente ho – insieme a mia moglie – due assicurazioni di cui uno con fondi all’interno dall’anno scorso (non male in un anno) mentre l’altra performa male. Avrei pensato a un Pac con obbligazioni ma il Direttore di banca mi ha sconsigliato di mettere solo azioni! Potrei avere dei consigli?
Grazie, attendo fiducioso.
Tommaso
Risponde Monica Gardella, Consulente Patrimoniale Certificato UNI ISO
Salve Tommaso,
Mi chiamo Monica e mi occupo di Consulenza Finanziaria, Patrimoniale e Formazione da oltre vent’anni. Senza parlarsi, è difficile capirsi: mi perdoni, quindi, se male interpreto il suo scritto. Inizio riassumendo cosa ho capito, di seguito condividerò le mie considerazioni:
1.Si definisce prudente.
2.Considera le azioni più rischiose delle obbligazioni, e pregerisce le seconde.
3.ha cercato di costruire un portafoglio diversificando fra le due classi d’investimento. (azioni e obbligazioni).
4. Sta utilizzando strumenti di risparmio gestito (fondi), ma sotto forma di polizze assicurative.
5.Delle vostre due polizze, una rende meno dell’altra.
6.Ha pensato di fare un PAC, in obbligazioni, sconsigliato dal suo consulente.
Qualche considerazione.
Punto 1. Prudente è un aggettivo che dà un’idea del suo atteggiamento verso il rischio, ma per un consiglio d’investimento occorrono delle misure del rischio che può assumere con il suo portafoglio (se cointestato, lei assieme a sua moglie). Queste misure (che comprendono la vostra capacità di sopportare le perdite potenziali derivanti dal portafoglio) risultano dai questionari MiFID che avete depositato, e vengono sintetizzate in un portafoglio modello, che vi viene assegnato.
Questo Portafoglio Modello comprenderà:
- un tot di azioni, di obbligazioni e di liquidità
- per le azioni un tot di America, di Europa, di Asia
- per le obbligazioni un tot di Governativi, di Corporate, di High Yield,… Euro e internazionali e così via.
Esprimerà un livello massimo di rischio di mercato, di credito e di liquidità da rispettare nella scelta degli strumenti con cui comporlo. È la guida per le proposte di acquisto/vendita di strumenti finanziari che le vengono fatte. Dà un’idea del rendimento atteso (in genere stimato a 60 mesi) dei suoi investimenti e funge da termine di paragone per valutare come il suo portafoglio reale sta performando in concreto.
Sarebbe utile poterlo vedere e, soprattutto, capire se lei ci si rispecchia.
Punto 2. Non sempre obbligazione significa prudenza. Ci sono obbligazioni, infatti, che si comportano, sotto il profilo della volatilità dei prezzi, come le azioni. Le subordinate, ad esempio, o le High Yield. In più c’è il rischio di default (fallimento) che le azioni non hanno. Ma se le acquista tramite Fondi Comuni, Etf e Sicav, del rischio di credito possiamo non preoccuparci.
Oltre a questo, quello che più conta è come lavorano con le azioni e la liquidità che ha in portafoglio: lo rendono più o meno efficiente? Più o meno rischioso? Questa risposta si può ottenere solo facendo i calcoli, con strumentazione non banale. A mente e a mano è impossibile. Oltretutto, questa metrica cambia ogni giorno, perché le quantità nel portafoglio cambiano ogni giorno (cambiando i prezzi).
Punto 3. Bene. La diversificazione è la base della corretta gestione, ma occorre misurare se e quanta ce n’è (vedi Punto 2).
Punto 4. Bene per il risparmio gestito (diversificazione, eliminazione del rischio di credito, liquidabilità).
Per il contenitore assicurativo, ci sono delle esigenze specifiche (successorie, di tutela da aggressione di creditori, …)? Perché i contenitori aggiungono costi, che riducono gli investimenti. Sul Sole24 ore del 18 ottobre c’era un articolo che mostrava costi di questi contenitori da un 4 a un 8% all’anno. Se serve bene, ma se non servono, occorre fare una riflessione.
Punto 5. Le due polizze hanno la stessa composizione al loro interno? E’ un dato rilevante. Per altro, anche se la avessero e fossero state fatte in date diverse, potrebbero avere rendimenti significativamente diversi (l’ingresso sul mercato, può fare grosse differenze, soprattutto all’inizio).
Punto 6. Il PAC è uno strumento spesso usato per contenere la volatilità dei prezzi, quindi, in linea di principio, funziona bene con le azioni, che in genere sono più volatili delle obbligazioni. Ma vale sempre quanto detto al Punto 2: se acquisto sul segmento High Yield o penso che i prezzi siano alti e desidero mediare su più acquisti, ha senso anche con le obbligazioni. Inoltre, non vedo scritto l’obiettivo per cui desidera un PAC: accumulare risparmio su una forma più remunerativa a medio termine del conto corrente? Aumentare la redditività del portafoglio con una scommessa specifica? Aumentare la componente obbligazionaria del portafoglio cercando di mediare i prezzi con più acquisti successivi?
Dalla risposta a tutte queste domande (che pure non sono esaustive) dipende l’orientamento da adottare per costruire il suo portafoglio.
La consulenza, almeno per come la faccio io Tommaso, è un processo dinamico e ricorsivo, fatto di domande e risposte, che possono essere anche semplici, ma che certo non possono essere standardizzate.
Un caro saluto,
Monica
Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: social.tfinance@triboo.it
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