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Tassi: verso fine delle politiche espansive, chi guadagna e chi perde

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Il 2022 segnerà la fine delle politiche monetarie espansive da parte delle principali banche centrali e l’avvio del tapering per USA, Eurozona, Regno Unito e Australia. Non solo, probabilmente porterà i primi aumenti dei tassi in Canada e Regno Unito con inevitabili contraccolpi sulle diverse asset class quotate sui mercati finanziari.

Attualmente c’è un consenso schiacciante su un annuncio del tapering già questa settimana da parte della Fed. Questo è stato preannunciato e, quindi, ampiamente messo in conto. Di fronte a questi scenari, sono molti gli investitori a domandarsi cosa aspettarsi in termini di mercati finanziari.

In generale, l’impatto dell’aumento dei rendimenti reali, con lo spread Btp /bund risalito a quota 130 in questi giorni, ha implicazioni di ampia portata anche sui cosiddetti asset reali come metalli preziosi o immobili, che offrono una protezione dall’inflazione. Cosa aspettarsi?

Obbligazionario e oro sotto pressione

Secondo gli analisti di Credit Suisse, prendendo come spunto quello che è successo a fine a fine 2013, quando l’iniziale discussione su un tapering dell’allora presidente della Fed Ben Bernanke non era stata prevista dai mercati, gli esperti si aspettano che i rendimenti reali USA a 10 anni vadano nella direzione di -.825%, prima di – .715% e poi del massimo di -.54% del 2021.

“Ciò probabilmente terrebbe l’oro sotto pressione nel suo range per un nuovo test dei principali supporti a 1.691/77 dollari. Solo una chiusura al di sotto di quest’ultima area vedrebbe instaurarsi un top tecnico ampio e importante, con un supporto poi osservato a 1.565/60 dollari. La nostra previsione attuale sull’oro a 12 mesi è di 1.650 dollari.”

Quanto agli immobili, l’underperformance del settore è destinata a proseguire – spiegano gli analisti della banca elvetica – , con la ripresa degli aumenti dei tassi e sfide strutturali come l’ecommerce e il lavoro da casa che smorzeranno ulteriormente le prospettive. La nostra previsione a 12 mesi per l’indice MSCI World Real Estate implica un’underperformance di oltre il 3% rispetto alle azioni globali.

Borse, banche favorite da un aumento dei tassi

Non ci sono molti settori che beneficiano direttamente dell’aumento dei tassi di interesse, ma il settore finanziario rappresenta una delle rare eccezioni.

“Negli USA, lo spread 3 mesi 10 anni si è allargato da 80 punti base (pb) a ottobre 2020 a 160 pb ora. Nel Regno Unito, lo stesso spread si è ampliato un po’ più di 20 pb a circa 100 pb, mentre in Germania si è allargato da circa 10 pb ai 60 pb attuali. Questa è una buona notizia per i margini di interesse netti delle banche che potrebbero finalmente aumentare dai loro minimi. Non solo, le valutazioni attraenti e l’abolizione dei divieti di dividendi e di riacquisti di azioni, nonché possibili dividendi di recupero, rappresentano ancora un argomento convincente per le banche europee e in particolare britanniche. Queste ultime trattano con un rapporto forward P/E a 12 mesi inferiore a 10 e offrono rendimenti da dividendi superiori al 3%. Maggiore l’eccedenza di capitale, migliore la prospettiva di dividendi di recupero” si legge in un report della banca elvetica.