Inflazione, presidente BoE Bailey: “I segnali d’allarme ci sono”
La Banca d’Inghilterra ha deciso di rimandare, contro le attese, il rialzo dei tassi a dicembre. Tuttavia, per il presidente Andrew Bailey “i segnali d’allarme” sull’inflazione “ci sono”. La BoE ha deciso di mantenere il tasso di riferimento a 0,1% in attesa di ulteriori rafforzamenti sul mercato del lavoro ma dovrebbe essere la prima banca centrale – nel trio che include Fed e Bce – a procedere con la stretta monetaria. Il mese scorso il capo economista della BoE aveva previsto che l’inflazione britannica avrebbe potuto raggiungere il 5% a inizio 2022.
“I segnali di avvertimento ci sono, i campanelli stanno suonando, per così dire, quindi dobbiamo guardare con attenzione, ed è quello che stiamo facendo”, ha affermato Bailey.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.