Editoriali

Siamo vicino a una paralisi: scarseggia di tutto, anche le banane

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Nei prossimi mesi potrebbe mancare di tutto, non solo i microchip o il gas. Non solo in Gran Bretagna, come evidenziato più volte, ma anche da noi in Italia. Ormai è chiaro. L’autostrada della Globalizzazione è talmente intasata che i ritardi, i disservizi e le anomalie che si stanno accumulando sono tali da rendere ogni trasporto, ogni produzione sempre più complicata. Proprio ieri fa ho ricevuto il comunicato stampa di Consumerismo che riporta e denuncia rincari sulle materie prime e sui prodotti alimentari:

Banane: +70%  Funghi: +60%  Patate: +35%  Pere: +25%  Zucche: +25%  Pane: +10% Pasta: + 30% Carne: +5% Latte: +5%.

E’ facile notare come il prodotto, più costa, più è lontano dall’essere di produzione interna al Paese, eccezion fatta per i funghi che, con la pioggia di queste ore forse costeranno meno. Ma mancherà di tutto.

I giocattoli per i bambini, le palline da tennis o i palloni per giocare a calcio. Potrebbe veramente mancare di tutto, nelle prossime settimane, sugli scaffali di negozi, store e centri commerciali, i problemi di approvvigionamento continueranno a crescere nelle prossime settimane. Potrebbe mancare il carburante alle pompe di benzina, potrebbe essere necessario razionalizzare l’uso del gas. Potrebbe sembrare di essere tornati indietro di 30 anni.

Le interruzioni della catena di approvvigionamento sono diventate una delle principali sfide per l’economia globale dall’inizio della pandemia. Le chiusure delle fabbriche in Cina all’inizio del 2020. E poi le chiusure in diversi paesi del mondo, la carenza di manodopera, la forte domanda di beni commerciabili. A questo si sono aggiunte le interruzioni delle reti logistiche e i limiti di capacità. E così che si è arrivati a grandi aumenti dei costi di trasporto e dei tempi di consegna.

GAS

Le spedizioni di carburante dalla Russia sono diminuite. Le spedizioni attraverso una rotta di transito chiave verso la Polonia si sono fermate, con il paese che ha ricevuto invece gas dalla Germania per il quinto giorno consecutivo. I flussi attraverso l’Ucraina sono diminuiti, insieme alle forniture di TurkStream attraverso la Bulgaria a causa di un oleodotto danneggiato che ora è stato riparato.

La russa Gazprom ha ripetutamente affermato che sta inviando gas in Europa in linea con le richieste dei clienti. Molti utenti industriali hanno ridotto il consumo del carburante dopo che i prezzi sono aumentati all’inizio di quest’anno, ma i flussi limitati dalla Russia stanno esacerbando le preoccupazioni sull’offerta poiché l’Europa entra in inverno con i livelli di stoccaggio più bassi da almeno un decennio.

Perchè importa

Anche un inverno normalmente freddo nell’emisfero settentrionale dovrebbe esacerbare la carenza e far aumentare i prezzi dell’energia in tutto il mondo. Dal momento che il mondo funziona con carburante ed elettricità, la crisi energetica minaccia di toccare ogni angolo dell’economia globale, stringendo le catene di approvvigionamento e persino aumentando i prezzi degli alimenti, il che significa un balzo dell’inflazione.

Nel peggiore dei casi, l’Europa potrebbe affrontare blackout e gli utilizzatori industriali cinesi, compresi i produttori di chip e le fonderie di alluminio, potrebbero chiudere le fabbriche, con ripercussioni che echeggiano in tutto il mondo. Le economie che non possono permettersi il carburante, come il Pakistan o il Bangladesh, potrebbero semplicemente fermarsi.

La crisi ha costretto alcuni produttori di fertilizzanti in Europa a ridurre la produzione, mentre le reti elettriche cinesi stanno razionando le forniture alle fabbriche, il che ridurrà la produzione. La cosa preoccupante è che non fa ancora freddo. Il consumo di energia di solito raggiunge i picchi quando le temperature rigide aumentano la richiesta di riscaldamento.

Paralisi, l’evidenza in un grafico

Guardate questo grafico preso dal sito del Fondo Monetario Internazionale. E’ già emblematico il titolo: le Turbolenze della Catena distributiva mondiale: arretrati ed imbottigliamenti. E poi due linee che precipitano verso il basso. E più le linee (che fanno riferimento all’andamento dello spostamento delle merci in Europa e Stati Uniti) picchiano verso il basso, più le difficoltà nella catena distributiva stanno aumentando.

Il grafico mostra che i tempi di consegna dei fornitori negli Stati Uniti e nell’Unione Europea hanno raggiunto livelli record dalla fine del 2020 (i dati risalgono al 2007).

Una volta che il numero di nuovi casi di COVID-19 inizierà a diminuire, i vincoli di capacità e la carenza di manodopera dovrebbero attenuarsi, alleviando parte della pressione sulle catene di approvvigionamento e sui tempi di consegna.

Tuttavia, alcuni esperti ritengono che sia improbabile che ci sia un rapido sollievo dalle interruzioni della catena di approvvigionamento. L’elevata domanda durante le festività natalizie in alcune delle più grandi economie del mondo, un’altra ondata di nuovi casi di COVID-19 ed eventi meteorologici estremi, che se si materializzassero, potrebbero causare ulteriori interruzioni della catena di approvvigionamento.