Economia

La fusione nucleare è più vicina: cosa significa per la transizione green

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Secondo la startup Helion, che ha da poco ricevuto un nuovo finanziamento da 500 milioni di dollari, la fusione nucleare è tutt’altro che un sogno fuori portata. La tecnologia da anni rincorsa per dare una nuova sorgente di energia pulita all’umanità sarebbe non solo tecnicamente possibile, ma anche economicamente praticabile.

La fusione termonucleare è il processo che unisce le molecole di elementi leggeri quali l’idrogeno, il trizio o il deuterio sprigionando grandi quantità di energia; in natura, essa avviene nel Sole. Ma ha un problema: per innescarla servono elevatissime temperature. La possibilità di sfruttare la fusione nucleare, che è considerata la fonte di energia del futuro, richiede ancora il superamento di problemi tecnologici che comportano elevatissimi costi di ricerca. Gli studi in corso in varie nazioni fanno ritenere ragionevole l’attesa che in capo a qualche decennio si possa giungere alla realizzazione di un prototipo di centrale nucleare a fusione.

Fusione nucleare, fonte di energia pulita

“Questo finanziamento assicura che Helion sarà la prima organizzazione a generare elettricità dalla fusione”, ha detto in seguito alla notizia David Kirtley, fondatore e Ceo di Helion Energy, “il nostro sesto prototipo ha dimostrato che possiamo raggiungere questa pietra miliare fondamentale. In pochi anni dimostreremo che il mondo può contare sulla fusione per essere la fonte di energia a zero carbonio di cui abbiamo disperatamente bisogno”.

La cornice temporale di “pochi anni” sembra ancora piuttosto vaga, ma alcuni commentatori hanno iniziato ragionare su che cosa potrebbe cambiare nella transizione energetica potendo inserire nell’arsenale anche la fusione.

“Forse la fusione nucleare non può essere usata per far volare un aereo a reazione, ma forse potrebbe essere usata per produrre carburante a idrogeno relativamente pulito, che potrebbe poi essere utilizzato in modalità che alla stessa fusione sarebbero precluse”, ha scritto il columnist di Bloomberg, Tyler Cowen, “si verificherebbe una reazione a catena, che alla fine porterebbe all’energia pulita ed economica in tutta l’economia”.
Un altro esempio citato dall’autore consiste nella possibilità di desalinizzare in modo molto più efficace l’acqua, un processo che grazie alla fusione nucleare diventerebbe “facile ed economico”. La possibilità di utilizzare molta più acqua desalinizzata per irrigare terre altrimenti aride sbloccherebbe un grande potenziale in diverse aree del pianeta.

Tornando al presente, è certo che per Helion questi nuovi finanziamenti andranno a sostenere il completamento di Polaris, il primo impianto dimostrativo per la produzione di elettricità da fusione al mondo.
Polaris dovrebbe diventare entro il 2024 il primo dispositivo di fusione in grado di produrre più elettricità di quella che consuma. Anche se sognare un mondo più verde grazie alla fusione è entusiasmante, questa pietra miliare, la produzione di energia netta, deve ancora essere raggiunta.