Per il 97% dei wealth manager attivi nelle strutture di private banking la sostenibilità rappresenta un fattore distintivo nella gestione degli investimenti e il 76% dichiara un alto livello di ingaggio del consiglio di amministrazione e del top management sulla sostenibilità degli investimenti.
Così emerge dall’indagine condotta nel corso del terzo trimestre 2021 da AIPB-Oliver Wyman e che presenta la road map dell’industria verso l’integrazione ESG nei modelli operativi. Lo studio, dal titolo “L’industria del Wealth Management evolve nei modelli operativi per diventare leader negli investimenti in chiave ESG entro il 2025”, indaga il livello di maturità dell’industria rispetto all’adozione delle migliori prassi ESG internazionali e traccia percorsi evolutivi verso una piena integrazione entro il 2025.
La ricerca in particolare ha indagato un panel rappresentativo costituito da circa 40 asset e wealth manager, 23 banche private – che insieme rappresentano l’87% degli AUM totali del private banking – e le 19 società di gestione del risparmio leader nazionali e internazionali associate AIPB e si articola su 50 domande per 8 ambiti di ricerca e restituisce la fotografia della filiera e di come essa si stia attrezzando per assumere il ruolo di cinghia di trasmissione fondamentale nel processo di transizione verso un’economia sostenibile nel nostro Paese e in Europa. L’obiettivo dell’analisi è, infatti, tracciare il percorso trasformativo dell’industria affinché l’impegno e l’ambizione di oggi sia realizzato entro il 2025.
Dallo studio emerge in primo luogo come l’Europa, all’avanguardia sulle tematiche di sostenibilità, cattura più dell’80% dei volumi di investimenti sostenibili a livello mondiale, pari a 1500 miliardi di euro nel 2020. Con un tasso di crescita del 29% nei prossimi anni e volumi che si stima toccheranno i 4500 miliardi nel 2025. In questo contesto, l’Italia rappresenta uno dei mercati più sofisticati.
Ma è in generale l’industria del private banking che mostra un impegno elevato nel senso della sostenibilità. In particolare, come rivela la ricerca AIPB, per il 97% dei wealth manager intervistati la sostenibilità rappresenta un fattore distintivo nella gestione degli investimenti (di questi il 17% la considera un fattore distintivo solo per alcuni segmenti della gestione degli investimenti) e il 76% dichiara un alto livello di ingaggio del consiglio di amministrazione e del top management sulla sostenibilità degli investimenti. Il 90% del panel dichiara di aver definito una policy per la gestione degli investimenti in chiave sostenibile e il 95% dichiara di discutere regolarmente le tematiche di sostenibilità con i clienti.
Quindi la filiera italiana del Private Banking è pronta nel suo complesso ad agganciare l’evoluzione e adottare le best practice internazionali con convinzione e impegno dice la ricerca.
Private banking: come evolverà l’industria da qui al 2025
Infine la ricerca AIPB-Oliver Wyman individua i tre percorsi evolutivi dell’industria da qui al 2025 quando i volumi investiti secondo criteri ESG saranno triplicati. In primo luogo ci sono i Leader che saranno incarnati dagli operatori che considerano strategiche le tematiche ESG.
I grandi gruppi verticalmente integrati daranno vita a centri di competenza a servizio sia della distribuzione sia della produzione. In secondo luogo ci saranno i Selezionatori ovvero quegli operatori che considerano strategiche le tematiche ESG per il proprio business e i propri clienti e svilupperanno competenze selettive nel limite delle capacità d’investimento che la scala di business può consentire per la valutazione e il monitoraggio dei singoli asset manager inclusi nella propria offerta, se sono distributori e, se operano lato prodotto, come asset manager forniranno alla distribuzione competenze e piattaforme a supporto. Infine spazio ai i compliant o i Conformi, gli operatori che a prescindere dalla dimensione non ritengono le tematiche di sostenibilità strategiche per il loro modello di business e si limiteranno ad adeguarsi alle normative minimizzando gli investimenti.
“L’imponente mobilitazione internazionale in risposta all’urgenza climatica e di transizione verso un’economia sostenibile ha messo in evidenza il ruolo cruciale della finanza privata – ha commentato Paolo Langé, Presidente AIPB – Oggi il mondo guarda alla finanza e alla ricchezza privata perché accompagni e moltiplichi gli sforzi delle nazioni nel dare risposte durature alle sfide globali. L’industria sa bene, che non può permettersi di adeguarsi alla trasformazione in atto, ma è chiamata a guidarla. In particolare, la consulenza ha un ruolo chiave nel traghettare il risparmio privato verso una asset allocation sostenibile: non ce lo chiedono solo gli investitori, ce lo chiede la società. La presa di consapevolezza non basta: servono investimenti, nuovi approcci e competenze. La necessità di cospicui investimenti potrà favorire un processo di concentrazione del settore del Wealth Management e allo stesso tempo l’affermarsi di operatori specializzati su alcuni segmenti di nicchia, mentre il tema sociale della riconversione di alcuni settori dovrà essere prioritario nelle agende governative. Il nostro auspicio è che al 2025, il Private Banking sia in grado di esprimere tutto il potenziale per dare le risposte che esigono i nostri nipoti”.
“L’attuazione di una reale trasformazione della finanza in chiave Esg impone cambiamenti radicali nel modo di rappresentarsi delle imprese, nei processi di selezione degli investimenti , nei sistemi operativi di gestione e nella comunicazione con la clientela – ha aggiunto Saverio Perissinotto, Vice-Presidente di AIPB – Un processo articolato sul quale l’industria del Wealth Management ha voluto confrontarsi attraverso la analisi condotta da Aipb con la consulenza di Oliver Wyman per capire a quale grado di ambizione puntare e in che tempistica. I risultati hanno messo in evidenza un’elevata convinzione ed impegno dell’industria che si sta traducendo in una integrazione graduale delle pratiche più avanzate in termini di Esg.