Taglio dell’Irpef, aumento delle detrazioni e della no tax area, riduzione dei contributi. Queste le misure principali intorno alle quali ruota un primo tassello della riforma fiscale, in vigore dal prossimo anno, e che dovrebbero assicurare un alleggerimento delle tasse per tutti i contribuenti: lavoratori dipendenti, pensionati, autonomi.
Taglio Irpef: a quanto ammontano i risparmi
Partiamo dal taglio dell’Irpef, che scatterà nel 2022, anche se in busta paga si vedrà da marzo, con gli arretrati di gennaio e febbraio.
L’incrocio tra le nuove aliquote (23% fino a 25mila euro come oggi, 25% tra 15mila e 28mila, 35% tra 28mila e 50mila, 43% oltre i 50mila) e la nuova curva delle detrazioni porta il picco di risparmi, come calcolato dal Sole 24 ore, a 40mila euro: i contribuenti in questa fascia pagheranno circa 945 euro di imposta in meno, pari a 78 al mese.
Il lavoratore dipendente medio, che stando ai dati del Tesoro dichiara 24mila euro, dovrà invece accontentarsi di meno di 98 euro l’anno, 8 al mese. E i redditi da 28-29mila euro non godranno praticamente di alcun beneficio.
Al contrario avrà uno sconto di 270 euro chi dichiara 75mila euro l’anno, e oltre quella cifra si scende a 90 euro di sconto annuo.
Pensionati e autonomi
Meno evidenti i benefici per pensionati e autonomi. Per i primi si va da 146 euro medi di Irpef in meno (per loro non interviene la riduzione dei contributi) nella fascia di reddito tra 20mila e 25mila ai 667 risparmiati nella fascia 50-55mila euro. Per questa categoria scatterà poi un innalzamento della detrazione massima da 1.880 a 1.995 euro e un allargamento della no tax area, a 8.500 euro.
Infine gli autonomi. Per questa categoria di lavoratori, il vantaggio fiscale sarà più basso in media del 16,7% (anche qui non c’è lo sconto contributivo): il taglio va da un minimo di 52 euro l’anno nella fascia 20-25mila a un massimo di 692 in quella 60-65mila.