UniCredit Day è finalmente qui. Banca di Orcel fresca della benedizione di JP Morgan e del boom di buy sul titolo
L’UniCredit-Day è finalmente arrivato: oggi, giovedì 9 dicembre, l’amministratore delegato Andrea Orcel presenterà il piano strategico della banca di Piazza Gae Aulenti. Le aspettative sul piano sono molto alte e gli analisti che monitorano il titolo sono fiduciosi tanto che, nelle ultime sessioni, sono arrivati giudizi positivi da JP Morgan e da Credit Suisse. In dettaglio, nella giornata di ieri Credit Suisse ha pubblicato un report dedicato alle banche del Sud Europa in cui ha manifestato la sua preferenza per il titolo UniCredit, alzando il target price a 12 mesi a 13,8 euro e reiterando contestualmente il rating “outperform”.
Credit Suisse prevede per UniCredit un ritorno sugli asset tangibili (Rote) al 2023 pari all’8% rispetto al 6,28% del consensus del 6,28%. Gli analisti del colosso bancario svizzero hanno formulato anche previsioni sul piano strategico che sarà presentato oggi: a loro avviso, il piano dovrebbe contenere indicazioni sui modi che UCG intende adottare per centrare i propri target sul ROTE ma anche come utilizzare il capitale in eccesso. In quest’ultimo caso, un modo potrebbe essere quello di rafforzare il piano di buyback.
Il giudizio positivo su UniCredit è stato motivato dagli analisti di CS con diversi fattori, tra cui la presenza per l’appunto del capitale in eccesso, le prospettive positive sui ricavi e i cuscinetti (buffer) per la copertura dei crediti problematici più solidi, considerando anche il rischio che la ripresa economica megtta il freno a causa delle incertezze legate alla pandemia Covid-19.
All’inizio della settimana, su UniCredit è arrivata la benedizione di JP Morgan, che ha alzato la raccomandazione da neutral a overweight e il prezzo obiettivo da 12 a 15 euro.
In questo caso, l’upgrade è stato giustificato con le prospettive di un aumento dei tassi in Eurozona che, secondo gli analisti, la Bce alzerà dello 0,25% nel settembre del 2023 e successivamente dello 0,5% nel 2024. Unicredit è stata indicata come una delle banche più sensibili ai movimenti dei tassi, tanto che JPM indica un +13% di EPS per ogni aumento di 50 bp dei tassi. JP Morgan si attende anche una maggiore remunerazione dei soci tramite buyback e dividendi con total payout ratio all’11,6% nel periodo 2022-24. Proprio il tema del capitale in eccesso, insieme alle prospettive dei ricavi e ai piu’ ampi buffer sui livelli di copertura dei crediti problematici anche in vista di una frenata della ripresa causa Covid, sono i fattori che Credit Suisse mette sul tavolo a favore del suo giudizio favorevole su Unicredit. Nell’Eurozona inoltre gli analisti mostrano la loro preferenza per gli istituti italiani innanzi tutto per la maggiore tenuta dei prestiti e per la crescita dei mutui.
In generale, la maggioranza degli analisti intervistati da Bloomberg dice buy sul titolo UniCredit. Tra i più ottimisti ci sono anche gli analisti di Goldman Sachs, che indicano un prezzo obiettivo a 18,10 euro, quasi il 55% sopra i livelli attuali. Riguardo al piano, una previsione è stata fatta da Equita SIM – LEGGI L’OUTLOOK -.
Un articolo del quotidiano Avvenire indica oggi che elementi centrali del nuovo piano strategico firmato da Andrea Orcel saranno “un maggior focus sull’Italia – come già emerso negli ultimi mesi -la riduzione dei costi e l’aumento dei ricavi, l’impegno sull’Esg e l’accelerazione sul digitale perchè la banca torni a posizionarsi, come ha auspicato qualche giorno fa un report di Mediobanca “nell’Olimpo del ritorno di capitale”. E qui si fa riferimento a quella riduzione del personale di cui si è tanto parlato negli ultimi giorni, che dovrebbe essere pari a 3.000 unità su un totale di 87.000 dipendenti. Avvenire ricorda la corsa del titolo UniCredit, che ha segnato un balzo di oltre +40% nell’ultimo anno: “il tutto dopo una storia difficile segnata da quattro aumenti di capitale che in 10 anni hanno bruciato 27,5 miliardi di euro, più dell’attuale capitalizzazione di 25,6 miliardi”-.
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Da segnalare, stando a quanto hanno riportato le agenzie di stampa, che il numero uno di UniCredit Andrea Orcel ha parlato nell’intervallo della Prima alla Scala di Milano. A una domanda se la finestra su Mps fosse ancora aperta, Orcel ha detto: “E’ passato il momento”. Cosi’ l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, ha risposto a chi gli chiedeva se la finestra Mps fosse ancora aperta per la banca da lui guidata, dopo che le trattative con il Tesoro, maggiore azionista del Monte dei Paschi di Siena con una partecipazione del 64%, sono naufragate a causa, sembra, della cifra chiesta da Orcel. Già alla fine di ottobre, il banchiere aveva chiarito come la finestra, per Mps, fosse ormai chiusa.
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Ancora prima delle sue dichiarazioni, sempre a margine della Prima del Teatro alla Scala, Pier Carlo Padoan, ex ministro dell’Economia e presidente di UniCredit, aveva risposto con “certo che c’è fiducia” a chi gli chiedeva se riponesse fiducia nel nuovo piano dell’istituto. Alla domanda se il piano strategico sia ‘stand-alone- Padoan ha risposto: “Non capisco cosa voglia dire”.
Ma che dire, Mps a parte, delle occasioni di M&A? In realtà gli analisti di JP Morgan hanno scritto di intravere spazio per operazioni di fusione e acquisizione per la banca guidata da Andrea Orcel, sottolineando che nonostante un payout al 75% che comprende un notevole piano di remunerazione degli azionisti, “resta ancora spazio per l’M&A nel medio/lungo termine dato l’ampio cuscinetto di liquidità per oltre 400 punti base sul minimo richiesto dalla Bce del 9,02%”. Detto questo, l’AD ha chiarito di nuovo, di recente, che l’ “M&A (mergers and acquisitions, operazioni di fusione e acquisizione) non è fine a se stesso”. Questo non significa che UniCredit sbatta a priori la porta a eventuali operazioni di questo tipo, che possono essere infatti “un acceleratore e un potenziale miglioratore del nostro risultato strategico”. Ma la condizione sine qua non è che vengano realizzate alle “giuste condizioni che accrescano il valore”.
E che dire della sposa ormai mollata Mps? Tutto dipenderà da come andranno a finire le trattative tra il Mef e Bruxelles. Qualche giorno fa il Messaggero ha riportato che il Tesoro avrebbe intenzione, Bruxelles permettendo, di completare la privatizzazione della banca senese entro l’autunno del 2023, “con una operazione in due tempi: prima la pulizia degli attivi poi la vendita dell’azienda risanata e dimagrita a un partner bancario che potrebbe essere nuovamente UniCredit”. Indiscrezioni varie hanno parlato di un aumento di capitale da 3 miliardi di euro e anche di una nuova era a guida Victor Massiah, ex AD di Ubi Banca.
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