Dopo il fallimento delle trattative con Unicredit, Mps resta sotto i riflettori, che provano a capire quale sarà il futuro della banca senese alle prese con il nuovo piano industriale. Ad oggi, le certezze sono poche. Qualche indicazione è arrivata ieri dal ceo Guido Bastianini che, intervenendo ieri al Consiglio nazionale della Fabi, ha anticipato che “l’aggiornamento del piano industriale che dovrà essere sottoposto al Mef per discutere con l’Europa dovrebbe essere piuttosto breve”.
Sul fronte delle possibili integrazioni, il numero uno della banca senese ha spiegato che “Se Mps riuscirà a completare il processo di ristrutturazione, che è certamente complesso, può stare in piedi anche da sola e andare incontro a un processo di integrazione in posizione più solida”.
Nessuna indicazione è arrivata sul fronte degli esuberi.
“Aspettiamo di concludere il piano, questo vale per l’aumento di capitale, per l’eventuale fondi esuberi, per l’eventuale cessione di npl”, afferma l’a.d che sui partner industriali, come Axa, aggiunge: “è troppo presto per poter dire se saranno anche azionisti”.
E a proposito delle ambizioni del piano, l’ad Bastianini ha spiegato che l’obiettivo del piano sarà “rendere Mps una banca sempre più vicina alla clientela medio-piccola, rifocalizzare la banca verso le pmi e clientela privata, mantenere un profilo di rischio molto basso”. “L’npl ratio di Mps – ha aggiunto- è uno dei migliori del sistema italiano e le molte leggende sulle criticità creditizie sono rimaste tali”.
Si torna a scommettere su matrimonio Mps e Bpm
Oggi intanto il titolo Monte dei Paschi viaggia in rialzo (+2,6% a 0,93 euro) dopo le parole dell’Ad di Banco Bpm Giuseppe Castagna il quale, contrariamente alle uscite passate, ha aperto uno spiraglio per un matrimonio con Rocca Salimbeni.
Durante il 126esimo consiglio nazionale della Fabi, il numero uno della popolare di Milano ha affermato di aver “sempre gradito l’idea di unire le forze” con un concorrente di dimensioni simili “per creare un terzo gruppo bancario”. “BPM è sul mercato, se qualcuno è interessato si faccia avanti”, ha detto Castagna.
In particolare, hanno osservato oggi gli analisti di Equita Sim, Castagna, si è mostrato più possibilista rispetto al passato rispetto all’ipotesi di M&A con il Monte, una volta realizzato l’aumento di capitale di quest’ultima, che dovrebbe essere portato a termine nel primo semestre del 2022.
“Considerando le modalità e i principi concordati con il Mef da parte di Unicredit lo scorso luglio, è lecito attendersi che un nuovo eventuale deal che coinvolga Mps possa poggiare sugli stessi principi: un perimetro di asset più ristretto, esclusione dei rischi legali, esclusione dei crediti deteriorati di Mps”, ha osservato la sim.
Sulle sorti della banca, Fabrizio Landi, presidente della delegazione di Siena di Confindustria Toscana Sud a margine dell’assise di fine anno degli industriali in corso nella città del Palio, ha detto:
“Qualunque sia la soluzione che alla fine ci sarà , auspichiamo due cose: la prima, che la banca che verrà abbia comunque un ruolo importante. Secondo, che il territorio, pur non avendo un ruolo azionario importante, mantenga la posizione con l’ipotesi di avere un rappresentante nel consiglio di amministrazione. Noi abbiamo ipotizzato che la direzione generale rimanga a Siena in piazza Salimbeni – ha aggiunto – Inoltre, che il rappresentante nel cda per motivi statutari sia un senese eletto. Non che possa incidere sulle scelte della nuova banca che verrà , ma che possa rappresentare una sorta di osservatorio che riporti l’eredità di 500 anni di storia senese”.