Nonostante la crisi del riarmo nordcoreano, nei primi dieci mesi del 2006 gli aiuti di Seoul a Pyongyang raggiungono un valore senza precedenti. Secondo fonti governative sudcoreane citate dall’agenzia Yonhap, il considerevole aumento rispetto agli anni scorsi è di particolare rilievo, data la quasi completa sospensione degli aiuti nella fase più acuta della crisi missilistico-nucleare, fra luglio e ottobre. Le fonti indicano che il valore dell’assistenza, principalmente in fertilizzanti, è di 211 miliardi di won (170 milioni di euro), mentre la cifra per l’intero 2005 è di 135 miliardi di won (110 milioni di euro). Nel periodo della crisi, precisano le fonti, gli aiuti sono limitati a generi di emergenza per le popolazioni colpite dalle inondazioni. Il valore dell’assistenza dal 1995, quando comincia a delinearsi la politica del sorriso verso il Nord, è di 1.200 miliardi di won (quasi 10 miliardi di euro). Quanto alla situazione a Pyongyang, la Yonhap rileva ieri che, stando a recenti indicazioni della stampa nordcoreana, il leader del regime Kim Jongil lancia un appello a moltiplicare gli sforzi per aumentare le capacità idroelettriche del Paese, anche con impianti di piccole dimensioni. La notizia, secondo gli osservatori, potrebbe essere un segnale delle intenzioni del regime di cercare alternative al nucleare, su cui ha a lungo mirato per fare fronte alle sue croniche carenze di energia. La Corea del Nord importa gran parte del fabbisogno energetico dalla Cina e dalla Russia.