11:31 giovedì 13 Gennaio 2022

UniCredit: caso Otkritie, mercato attonito su mossa Orcel. Mps russa meglio della ‘vera’ Mps?

Per UniCredit meglio una ‘Mps russa’ che la vera Mps? La notizia dell’interesse della banca guidata da Andrea Orcel per Otkritie Bank, istituto di credito made in Russia nazionalizzato nel 2017, ha colto il mercato di sorpresa. I rumor, inizialmente riportati da Bloomberg, hanno provocato una perdita del titolo UCG già l’altro ieri, quando hanno iniziato a circolare. La loro ulteriore diffusione – tra l’altro almeno fino a oggi non c’è stata alcuna smentita – ha innervosito ancora di più i mercati, tanto che ieri UniCredit ha perso a Piazza Affari più del 3%. La strategia di Orcel ha sorpreso negativamente i mercati non solo per la nazionalità della banca e per il rischio geopolitico ad essa annesso, viste le relazioni sempre tumultuose tra l’Occidente e la Russia di Vladimir Putin.

C’è infatti qualcos’altro che lascia attoniti, e che un articolo pubblicato recentemente da Forbes riassume nell’articolo Russian Ex-Zombie Bank Resuscitates, Prepares IPO.

Otkritie Bank viene definita banca russa ex-zombie, appena resuscitata, pronta a lanciare una operazione di Ipo. Non proprio un articolo in versione pubblicità progresso. Per non parlare del fatto che Orcel – allergico come è emerso dalle sue stesse dichiarazioni sul caso Mps (ricordate la frase ‘c’è il timore che Mps ceda a logiche più politiche che di mercato?)- starebbe puntando su una banca ancora controllata, al momento, dalla Banca centrale russa, capitanata tra l’altro dall’ex ministro delle Finanze russo Mikhail Zadornov.

Scappato dalle grinfie della politica italiana con il flop delle trattativeflop delle trattative con il Mef per l’acquisizione di un perimetro di asset del Monte di Stato, Orcel è pronto a impantanarsi nella macchina statale russa?

Diverse domande assillano i mercati sulla strategia di Andrea Orcel che, oltre a essere allergico alla politica, ha dimostrato fin dall’inizio di non avere affatto fretta a buttarsi nel vortice delle delle operazioni di M&A (merger and acquisitions).

Vale la pena scattare un identikit della potenziale preda, Otkritie Bank.

Otkritie è stata nazionalizzata con una massiccia operazione di bailout dalla Baank of Russia, banca centrale russa, nel 2017: è stata la prima e anche la banca più grande tra quelle russe che sono state salvate dalla banca centrale negli anni 2017-2018, nell’ambito di un piano lanciato dalla governatrice Elvira Nabiullina, per dare stabilità a un sistema finanziario che si era imbarcato in progetti rischiosi senza disporre di cuscinetti di capitali sufficienti. Dalla gestione sconsiderata di “banchieri senza scrupoli” era emersa una montagna di crediti deteriorati che, nel caso di Otkritie, aveva minacciato la sopravvivenza stessa dell’istituto

Per UniCredit meglio una ‘Mps russa’ che la vera Mps? La notizia dell’interesse della banca guidata da Andrea Orcel per Otkritie Bank, istituto di credito made in Russia nazionalizzato nel 2017, ha colto il mercato di sorpresa. I rumor, inizialmente riportati da Bloomberg, hanno provocato una perdita del titolo UCG già l’altro ieri, quando hanno iniziato a circolare. La loro ulteriore diffusione – tra l’altro almeno fino a oggi non c’è stata alcuna smentita – ha innervosito ancora di più i mercati, tanto che ieri UniCredit ha perso a Piazza Affari più del 3%.

La strategia di Orcel ha sorpreso negativamente i mercati non solo per la nazionalità della banca e per il rischio geopolitico ad essa annesso, viste le relazioni sempre tumultuose tra l’Occidente e la Russia di Vladimir Putin. C’è infatti qualcos’altro che lascia attoniti, e che un articolo pubblicato recentemente da Forbes riassume nell’articolo Russian Ex-Zombie Bank Resuscitates, Prepares IPO.

Otkritie Bank viene definita banca russa ex-zombie, appena resuscitata, pronta a lanciare una operazione di Ipo. Non proprio un articolo in versione pubblicità progresso. Per non parlare del fatto che Orcel – allergico come è emerso dalle sue stesse dichiarazioni sul caso Mps – starebbe puntando su una banca ancora controllata, al momento, dalla Banca centrale russa, capitanata tra l’altro dall’ex ministro delle Finanze russo Mikhail Zadornov. Scappato dalle grinfie della politica italiana con il flop delle trattative con il Mef per l’acquisizione di un perimetro di asset del Monte di Stato, Orcel è pronto a impantanarsi nella macchina statale russa?

Otkritie è stata nazionalizzata con una massiccia operazione di bailout dalla Baank of Russia, banca centrale russa, nel 2017: è stata la prima e anche la banca più grande tra quelle russe che sono state salvate dalla banca centrale negli anni 2017-2018, nell’ambito di un piano lanciato dalla governatrice Elvira Nabiullina, per dare stabilità a un sistema finanziario che si era imbarcato in progetti rischiosi senza disporre di cuscinetti di capitali sufficienti. Dalla gestione sconsiderata di “banchieri senza scrupolo” era emersa una montagna di crediti deteriorati che, nel caso di Otkritie, aveva minacciato la sopravvivenza stessa dell’istituto. Con il bailout, Otkritie finì sotto l’ala protettiva della banca centrale, fagocitando asset in buone condizioni di salute di banche russe più piccole come B&N Bank e Promsvyazbank.

Con il suo piano, come si legge nell’articolo di Eureporter, l’obiettivo di Nabiullina non era stato solo quello di proteggere milioni di clienti di Otkritie, ma anche di dimostrare che la gestione delle banche da parte della Banca centrale, dunque di una istituzione pubblica, fosse più efficiente di quella dei privati.

All’epoca diverse furono le critiche mosse contro la decisione di Nabiullina. Tuttavia la numero uno della Bank of Russia rispose che la nazionalizzazione sarebbe stata temporanea e che Otkritie sarebbe stata riprivatizzata una volta completata la sua riabilitazione finanziaria. Fu Nabiullina stessa a scegliere Mikhail Zadornov, ex ministro delle finanze ma, anche, banchiere con una reputazione impeccabile, alla guida del gruppo. La banca centrale annunciò il completamento della riabilitazione finanziaria di Otkritie nel luglio del 2019, dopo appena due anni. Gli asset problematici vennero rimossi dal bilancio della banca, per essere convogliati e gestiti separatamente da Bank Trust, istituzione speciale creata dalla banca centrale proprio per detenere questo tipo di asset, nell’ambito del piano di riabilitazione del sistema finanziario russo.

Otkritie negli ultimi anni ha venduto anche alcuni asset no-core sul mercato.

In realtà è molto probabile che un banchiere della caratura di Andrea Orcel abbia visto qualcosa che i mercati finanziari non hanno ancora visto.

L’articolo di Eureporter reputa a tal proposito il potenziale di Otkritie “significativo” e ricorda che, “anche a seguito della crescita impressionante degli ultimi anni, la Russia è tuttora un mercato in cui il business dei servizi finanziari è inferiore rispetto ad altri mercati sviluppati.

Il riferimento è sia ai servizi bancari che a quelli assicurativi, così come al risparmio gestito e ai servizi di brokeraggio destinati agli investitori retail.

Il potenziale di crescita di questi mercati è dunque molto elevato.

La solida crescita del settore bancario russo è stata certificata di recente dalla banca centrale che ha riportato che i profitti totali del settore bancario relativi ai primi nove mesi del 2021 sono stati pari a 1,9 trilioni di rubli – più dell’intero valore del 2020 – grazie al miglioramento della qualità del credito, all’esplosione dell’espansione dell’attività degli investitori retail e alla crescita dei pagamenti elettronici, dunque non cash. Tutto questo, in vista di un rialzo ad almeno 2,5 trilioni di rubli di utili atteso per il 2022 dalla società locale di rating ACRA.

E gli stessi analisti di Equita SIM, nel commentare l’interesse di UniCredit per la banca russa, hanno scritto in una nota che “l’operazione (di acquisto dell’istituto da parte di UniCredit) permetterebbe di incrementare in maniera significativa il peso della divisione Eastern Europe (di UCG) (stimiamo +80% a livello di bottom line divisionale) e avrebbe un peso considerevole sia sul fatturato (13%) che sugli utili di gruppo (c.+25%)”. Certo, si legge nella nota, il rischio di execution non è trascurabile, e l’operazione di M&A comunque aumenterebbe in modo significativo “l’esposizione ad un paese con un elevato rischio geopolitico”

Intanto è Il Foglio oggi, in un articolo firmato da Maria Rosa Marchesano “Dopo il ‘no’ a Mps, UniCredit scommette sulla Mps russa. Dubbi e scenari’, che fa il parallelismo tra Mps made in Italy e Mps russa, ricordando che Otkritie è una banca pubblica di importanza sistemica, settima in Russia, con 44 miliardi di asset”, sottolineando che “resta il fatto che se l’affare russo andasse in porto, anche per lo sforzo finanziario che implica, renderebbe UniCredit indisponibile per qualsiasi operazione nei prossimi anni con Mps, anche un volta che questa fosse risanata come Otkritie”.

 

 

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