Mentre il Governo si è detto pronto a gestire l’annunciata fase discendente della quarta ondata, è in arrivo il nuovo Dpcm, – quello che ha introdotto, tra l’altro, l’obbligo di vaccino per gli over 50, con la lista delle poche attività dove sarà possibile accedere senza certificato verde.
Il nuovo decreto del presidente del Consiglio dovrebbe essere licenziato domani, mercoledì 19 gennaio, ed è il frutto di un confronto tra i ministeri della Pubblica amministrazione, dello Sviluppo Economico, della Giustizia e della Salute.
I negozi in cui si potrà entrare senza vaccino né tampone
Da quanto emerge dalle indiscrezioni riportate dalla stampa, dal primo febbraio, senza Green pass base potrebbe essere possibile entrare solo in negozi di alimentari, del settore sanitario, supermercati, ottica, acquisto di pellet o legna per il riscaldamento, carburanti e – solo all’aperto – dal tabaccaio (nei chioschi) e dall’edicolante.
Restano fuori dall’elenco le librerie mentre sui centri commerciali la discussione è ancora aperta: la soluzione alla quale si sta lavorando prevederebbe la possibilità di accedere alle strutture anche per chi non ha il pass ma solo per andare in quei negozi che rientrano nell’elenco di quelli esentati, dunque supermercati e farmacie e parafarmacie.
Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, il Dpcm dovrebbe in generale distinguere tra attività commerciali all’aperto e al chiuso, e individuare quelle necessarie “per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona” solo nell’ambito delle attività al chiuso. Inclusi nella lista, free pass ci potrebbero essere anche gli acquisti nei mercati, dagli ambulanti e dai benzinai.
Un approccio che troverebbe il favore anche del Mise perché coerente con le necessità di prevenzione (che si pongono al chiuso appunto), dopo che nei giorni scorsi aveva chiesto di allargare la lista di attività consentite rispetto all’iniziale perimetro individuato dal ministero della Funzione pubblica e da quello della Salute. In più, sempre su proposta del Mise, ci potrebbero essere clausole che tutelino le situazioni di emergenza e urgenza nelle realtà dove è più complicato effettuare un tampone in tempi rapidi, come ad esempio nei piccoli comuni di montagna.