Economia

UK, Johnson dice addio restrizioni: stop a mascherina e green pass

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Il Regno Unito sarà il primo paese ad abolire tutte le restrizioni anti Covid attuate finora secondo quanto deciso ieri dal premier Boris Johnson. E’ stato proprio il primo ministro, parlando alla Camera dei Comuni, ad annunciare l’intenzione di allentare le restrizioni contro il  Covid-19 prima della fine di gennaio.  Dal 27 gennaio particolare in Gran Bretagna non saranno più obbligatori il pass vaccinale, sebbene le singole aziende potranno ancora imporlo, e la mascherina, che rimarrà “consigliata” nei luoghi affollati.

Grazie ai fantastici progressi con il Covid, possiamo allentare le misure (…) A breve verrà formalizzata la decisione di revocare la raccomandazione del lavoro da casa, il Green Pass vaccinale britannico e l’obbligo di mascherine ovunque (…) L’emergenza Covid sta “entrando in una fase endemica” nel Regno Unito.

Così ha riferito il primo ministro, sottolineando che stando al parere dei consulenti scientifici il Paese sembra aver superato “il picco” dei contagi Omicron a livello nazionale. Johnson ha riferito che nel Regno Unito oltre il 60% degli over 12 e “oltre il 90%” degli ultrasessantenni ha ricevuto la terza dose di  vaccino anti-Covid. Anche il ministro della Salute britannico, Sajid Javid ha dichiarato in conferenza stampa che la variante Omicron del nuovo coronavirus “è in ritirata”, con il tasso di mortalità “in forte calo” e i ricoveri in terapia intensiva “tornati agli stessi livelli dello scorso luglio”.

La fine delle restrizioni in Gran Bretagna, ne è convinto il primo ministro britannico, consentirà al paese di tornare sopra i livelli di Pil pre Covid, di far segnare il tasso di crescita economica “più alto del G7” in questi mesi e di risalire a massimi storici dei tassi occupazionali, in particolare “dell’occupazione giovanile”.

L’annuncio potrebbe essere una mossa per conquistare la popolarità andata a picco nelle ultime settimane dopo il party gate che sta mettendo in seria difficoltà il primo ministro britannico.

Party gate: cosa sta succedendo

Johnson potrebbe affrontare un voto di sfiducia se gran parte dei suoi colleghi di partito si rivolteranno contro di lui dopo la forte pressione scaturita dalle molteplici segnalazioni di feste che avrebbe tenuto il  personale del governo, e alcuni frequentati da anche Johnson, durante i lockdown.

Tutto è nato dalla pubblicazione di una email inviata dal segretario privato del premier, Martin Reynolds, a un centinaio  di invitati in cui si esortavano i partecipanti a “portarsi da bere“.

A nulla sono bastate le scuse del numero uno di Downing street durante la seduta della Camera dei Comuni e secondo il quotidiano inglese Guardian, più del 60% dei deputati conservatori sono ora favorevoli alle dimissioni del capo del governo. Il leader laburista Keir Starmer ha parlato di condotta fuori norma per Johnson, paragonandola al decoro dei reali: “L’anno scorso Sua Maestà la Regina è rimasta da sola in seguito al decesso dell’uomo con cui era stata sposata per 73 anni. Ha seguito le regole del Paese che guida”

Un ex consigliere e ora prominente nemico politico, Dominic Cummings, ha accusato Johnson di aver mentito al Parlamento, dicendo che il primo ministro è stato avvertito che il partito aveva violato le regole Covid all’epoca. Johnson ha negato ma se si scopre che ha mentito al Parlamento, ci si aspetta che si dimetta, hanno detto i politici, compreso il suo vice Dominic Raab. In molti hanno già dichiarato pubblicamente che pensano che sia ora che Johnson se ne vada, con un numero crescente che vorrebbe inviare lettere di sfiducia al presidente dell’influente “Comitato 1922”, un gruppo parlamentare che supervisiona le sfide di leadership del Partito Conservatore, un gruppo influente nel partito, formato da un certo numero di legislatori conservatori.

Se i legislatori conservatori non hanno fiducia nel loro leader, possono presentare lettere al presidente del gruppo, Graham Brady, chiedendo un voto di fiducia. Per far scattare tale voto, tuttavia, il 15% dei deputati conservatori (o 54 degli attuali 360 deputati Tory) deve scrivere tali missive. Sky News ha riferito che ad oggi sianonecessarie altre 12 lettere per innescare una sfida alla leadership, ma poiché le lettere sono consegnate in modo confidenziale, solo Brady conosce il vero numero.

Anche la Francia verso lo stop alle restrizioni

Dopo la Gran Bretagna potrebbe essere la volta della Francia. Il primo ministro francese, Jean Castex, terrà questa sera alle 19 un discorso per annunciare la road map per “la graduale revoca delle ultime misure restrittive” anti-Covid nel Paese.

“Ci stiamo muovendo passo dopo passo verso una vita più facile con il coronavirus”

Ieri in Francia più di 400mila persone sono risultate positive al Covid-19, ma il tasso di ricoveri in terapia intensiva è sceso al 15%.