di Federica Vitale, private banker
Qualche giorno fa ero a Milano per lavoro e parlando con alcuni miei colleghi è venuto fuori che è poco intuibile talvolta capire quali sono le reali dinamiche del mercato.
Per dimostrare quanto sia facile avere una visione distorta quando si parla di mercati finanziari, questo articolo prenderà come esempio una forma di risparmio parcellizzato nota come PAC (piano di accumulo del capitale). Vediamo dunque brevemente cos’è un PAC:
Il PAC banalmente lo si può paragonare ad un salvadanaio, un salvadanaio che quando lo andremo ad aprire conterrà più soldi di quelli che ci abbiamo messo dentro poiché, a quella somma, va addizionato l’apprezzamento in conto capitale; sia esso tramite cedole o interessi. Si tratta di un investimento tendenzialmente a basso rischio (rischio che dipende dal sottostante), basato sull’acquisto di quote di fondi comuni o Etf mediante versamenti periodici.
Iinvece che investire tutto e subito, lo fa gradualmente. L’investitore versa somme costanti a scadenze regolari e per un periodo di durata del piano che può essere predeterminato.
Tramite il versamento di queste somme si acquistano (o sottoscrivono nel caso di un fondo) una quantità di strumenti finanziari che sarà diversa ad ogni versamento. Il risparmiatore delega al fondo che ha scelto scegliendo il PAC, l’acquisto di strumenti finanziari e di conseguenza all’andamento degli strumenti finanziari scelti dal fondo, il nostro PAC si apprezzerà o deprezzerà sul mercato.
Banalmente succede che, se le quote del piano di accumulo costano di più del mese precedente perché la quotazione del PAC va apprezzandosi, con gli stessi soldi di sempre compreremo meno quote del solito ma avremo un maggior apprezzamento del capitale già investito e viceversa nel caso in cui il fondo stia attraversando un momento di ribasso.
Chiarito questo, Utilizzando come esempio il sopracitato PAC, l’ipotesi è che abbiamo scelto di investire in un piano di accumulo poiché abbiamo deciso di cominciare a sfruttare i benefici dell’interesse composto e vogliamo quindi con un esborso contenuto beneficiare di una somma molto maggiore a fine investimento senza assumerci particolari rischi.
Abbiamo quindi deciso di investire 500 euro al mese per 7 anni in un’ipotesi di mercato rialzista, ovvero un mercato le cui quotazioni salgono del 3,82% annuo, 30% in totale.
Adesso, ci viene mostrato il grafico qui sotto che rappresenta tre possibili andamenti (verde, blu, giallo) del prodotto che abbiamo appena acquistato o che stiamo discutendo e ci viene chiesto quale di questi tre percorsi sceglieremmo per il nostro PAC se dipendesse da noi: Prendiamoci un secondo e chiediamoci quale andamento preferiremmo tra i tre:
La performance finale è la stessa per tutti al termine dei 7 anni, il PAC si è apprezzato del 30%.
Ma come ci è arrivato a questo +30% cambia di percorso in percorso:
il percorso blu ha spesso sovraperformato gli altri due, quello verde ha avuto un percorso piuttosto lineare e costante, mentre quello giallo ha avuto dei momenti di ribasso. Quale di questi 3 andamenti preferiremmo per il nostro PAC?
La risposta immediata e più comune è o quello verde o quello blu poiché sembra logico d’altronde. Quello giallo affronta fasi di “down” del mercato, mentre quello verde e quello blu restano sempre in una zona di comfort. Chi vuole attraversare un “down” di mercato? Ne abbiamo paura.
Se si vanno a comparare però le performance dei tre diversi andamenti, quello giallo performa meglio di tutti.
Perché? Perché durante i ribassi del PAC, le quote che andavamo a comprare ogni mese con 500€, costavano di meno e quindi noi ne compravamo di più. Infatti possiamo osservare un valore finale del solo capitale di 54mila € , contro i 49mila e 47mila di quello verde e di quello blu.
Questo errore è molto comune e viene chiamato in finanza comportamentale “bias cognitivo”. I bias cognitivi sono costrutti fondati su percezioni errate o deformate, su pregiudizi e ideologie; utilizzati spesso per prendere decisioni in fretta e senza fatica. È molto facile incappare in un errore del genere e come non farne più o farne di meno ce lo insegna l’educazione finanziaria. È molto importante la finanza poiché questa rappresenta uno degli strumenti per eccellenza per vivere il presente e il futuro con meno ansia e paura e prima si inizia ad averci a che fare, meglio è.
Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: social.brown@triboo.it
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