Tutela del patrimonio, ecco come si comportano i campioni dello sport
di Davide Roffredo, private banker
Nella storia non sono mai mancati i casi di persone di successo che sono arrivate a raggiungere l’eccellenza nel loro settore accumulando fortune milionarie, o persino miliardarie, per poi finire letteralmente sul lastrico. Gli esempi sono numerosissimi.
Dalla storia di Eike Batista, magnate brasiliano che alcuni anni fa possedeva un patrimonio stimato in 30 miliardi di dollari e ha visto la sua fortuna erodersi di quasi il 99% nel giro di un anno, a causa di alcuni investimenti sbagliati, a quella di Sean Quinn, che nel 2008 era l’uomo più ricco d’Irlanda con una ricchezza stimata di quasi 6 miliardi di euro e appena tre anni dopo finì in bancarotta.
BREHME E BECKER, DUE CAMPIONI IN DIFFICOLTÀ
Nel mondo dello sport, invece, molti conosceranno la vicenda di Andreas Brehme, terzino della nazionale tedesca e autore del gol che portò la Germania Ovest a vincere i mondiali di Italia ’90.
Dopo il ritiro dall’attività agonistica, infatti, attraversò un periodo particolarmente difficile dal punto di vista finanziario che lo portò a lavorare come addetto alle pulizie: fu solo grazie a un ex compagno di squadra che rientrò, poi, nel mondo dello sport come commentatore.
Sempre restando in Germania, nel 2019 l’ex campione di tennis Boris Becker è stato costretto a mettere all’asta diversi cimeli della sua carriera sportiva, per poter estinguere, almeno in parte, i debiti che due anni prima lo avevano portato alla bancarotta.
IL GOLF FA ECCEZIONE? CITOFONARE DALY
E il mondo del golf? In teoria i campioni di questo sport dovrebbero essere più accorti su questi temi, in quanto le caratteristiche fondamentali richieste a un golfista professionista sono quelle di un buon investitore: pazienza, capacità di concentrarsi sull’obiettivo, perseveranza, resistenza alla pressione ed essere preparati ad affrontare le situazioni più assurde.
Eppure anche in questo sport ci sono stati casi poco virtuosi, come quello di John Daly, ex campione che ha sperperato 50, forse 60 milioni di dollari in 12 anni di dipendenza dal gioco d’azzardo.
DARE UN NOME AI PROPRI SOLDI
Daly si aggiunge così alla lunga schiera di personaggi famosi e fortunati – sportivi, attori, deejay – che hanno perso tutto perché non hanno saputo dare il giusto valore ai soldi. Una possibile causa? Averne avuti a disposizione talmente tanti da credere che non potessero finire mai. È proprio questo, a mio avviso, il punto di svolta: se non si riesce a “dare un nome ai propri soldi”, così come sono arrivati se ne andranno. Chi, come gli sportivi professionisti, si trova ad accumulare fortune enormi in tempi ridotti può esser portato a pensare che sarà così per sempre.
Ma quando le circostanze della vita riportano i campioni con i piedi per terra, capita spesso che sia troppo tardi per riuscire a mantenere il tenore di vita a cui erano abituati.
IL GOLFISTA PROFESSIONISTA PUÒ GARANTIRSI UN BUON PATRIMONIO
Un golfista professionista guadagna in media 1 milione di euro all’anno e la sua carriera dura almeno 15 anni. Se riuscisse ad accantonare ogni anno anche solo il 20% dei suoi guadagni, collocandoli in un portafoglio bilanciato, dopo 15 anni avrebbe a disposizione 3,6 milioni di euro.
Un patrimonio tutt’altro che trascurabile, che l’ex campione potrebbe godersi anche se nel corso della carriera avesse bruciato, polverizzato, sperperato tutto il restante 80% dei suoi guadagni. Questo anche senza raggiungere i livelli stratosferici di ricchezza di star del calibro di Tiger Woods, che vanta un patrimonio di 800 milioni di dollari, o Phil Mickelson, con 400, Jack Nicklaus, con 320 milioni, e Greg Norman con 300.
L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE FINANZIARIA
Anche per i campioni dello sport è fondamentale, quindi, il supporto di un buon referente finanziario, che sappia lasciarli godere dei successi ottenuti ma nello stesso tempo li educhi, preparandoli a un metodo che consenta loro di mantenere le necessarie sicurezze per quando sarà il momento, per loro, di scendere dalla “ruota della fortuna”.
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