Mercati: quale impatto dalla crisi Russia-Usa in Ucraina?
Le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Russia sul fronte Ucraina hanno alimentato volatilità sui mercati nelle scorse sedute e continueranno ad essere monitorate da vicino dagli operatori per gestire i portafogli di investimento. Ma quali impatti potrebbe avere questa variabile?
“Su un orizzonte di breve termine (tre o sei mesi), non vediamo al momento alcuna ragione per cambiare la nostra valutazione della situazione di base per i mercati finanziari globali” ha risposto il team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management, secondo cui le azioni russe non hanno un peso significativo negli indici azionari globali e negli indici dei mercati emergenti e quindi non sussistono grandi effetti diretti da questo lato.
“A meno che non si sviluppi un conflitto militare globale, l’impatto di qualsiasi confronto militare tra Russia e Ucraina colpirà con grande probabilità principalmente le economie e i mercati finanziari della Russia, dell’Europa orientale e dell’Europa in generale – hanno proseguito gli esperti – Le conseguenze dirette per le altre economie (e mercati finanziari) dovrebbero rimanere relativamente gestibili e probabilmente si manifesteranno inizialmente soprattutto attraverso i prezzi dell’energia”.
In particolare, il mercato del petrolio probabilmente sconterebbe un premio di rischio aggiuntivo, ma non è chiaro quanto questo sarà elevato. Raiffeisen Capital Management non si aspetta che la Russia riduca drasticamente le proprie esportazioni energetiche e le sanzioni dell’Occidente in questa direzione non sono ancora state messe in gioco pubblicamente. I paesi dell’OPEC (soprattutto l’Arabia Saudita) potrebbero anche mobilitare capacità supplementari in modo relativamente rapido.
Più complicata sarebbe invece la fornitura di gas naturale in Europa. “In caso di escalation c’è la minaccia di nuovi aumenti di prezzo e potenzialmente di strozzature dell’offerta – sostengono gli esperti – Tuttavia, la Russia ha finora sempre negato fermamente di voler risolvere il conflitto a questo livello e un certo premio di rischio è già incluso nei prezzi attuali”.
Oltre al livello fondamentale diretto, ci sono anche fattori di sentiment e tecnici da considerare nei mercati finanziari. “Un’escalation più forte con movimenti di risk-off in tutto il mondo è probabile sui mercati azionari e obbligazionari, anche se alcuni di questi si sono già verificati – concludono – La stabilizzazione del quadro tecnico richiederà del tempo. Tuttavia, non prevediamo un grande crollo del mercato al momento”.
A livello globale, le azioni sono scese di circa il 7-8% dall’inizio dell’anno, dopo un precedente aumento di circa il 25%. Quindi, finora sembra ci stiamo muovendo nella gamma di una correzione del tutto normale, che non è guidata solo dalla crisi intorno all’Ucraina.
Breaking news
Finale positivo a Piazza Affari, nonostante i ribassi delle banche. Male gli indici Pmi, torna in voga taglio tassi Bce da 50 bp
Gli indici di Wall Street mostrano andamenti contrastati mentre gli investitori valutano i dati macroeconomici dell’eurozona e le possibili nomine del presidente eletto Trump. L’attenzione è anche rivolta ai dati PMI e alla fiducia dei consumatori negli USA, con il mercato che specula su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed.
Ferrari ha acquistato 18.671 azioni ordinarie sul New York Stock Exchange come parte del suo programma di riacquisto azionario. L’acquisto rientra nella quinta tranche di un piano pluriennale da 2 miliardi di euro previsto fino al 2026.
Bosch, il leader mondiale nella fornitura di componenti per autoveicoli, ha dichiarato l’intenzione di ridurre 5.550 posti di lavoro a livello globale, principalmente in Germania, a causa delle sfide nel mercato delle auto nuove. La produzione globale di veicoli è prevista stagnare o diminuire leggermente, influenzata dalla domanda calante, dalla transizione ai veicoli elettrici e dalla crescente concorrenza cinese.