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Intesa alza il velo sul piano industriale: in cinque anni 22 miliardi gli azionisti

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Intesa Sanpaolo alza il velo sul nuovo piano industriale, il terzo firmato da Carlo Messina al comando della banca dal 2013. Tra il 2021 e il 2025, la banca prevede una crescita dell’utile netto dell’11,8% medio annuo nel nuovo piano di impresa, con un utile 2025 a 6,5 miliardi. Il Rote salirà al 13,9% nel 2025 dal 9,1% del 2021 e il Roe all’11,6% dal 7,6%.

Intesa, i dettagli del nuovo piano industriale

I ricavi sono attesi in aumento del 2,3% annuo a 22,8 miliardi, 2 miliardi in piu’ rispetto al 2021, si cui 1,6 di commissioni e 200 milioni dall’attività assicurativa. I costi operativi sono previsti in calo dello 0,8% annuo, con un rapporto cost/income stimato al 46,4%.

Prevista la creazione di oltre 520 miliardi di valore per tutti gli stakeholder: la distribuzione agli azionisti ammonterà a oltre 22 miliardi nel quadriennio, di cui oltre 6,6 miliardi nel 2022, con un payout del 70% e un buyback di 3,4 miliardi nel 2022. Intesa sottolinea che ‘ogni eventuale ulteriore distribuzione sarà valutata anno per anno a partire dal 2023’.

Calcolati 328 miliardi di nuovo credito a medio-lungo termine per famiglie e imprese (di cui 285 in Italia), spese del personale per 26,5 miliardi, acquisti e investimenti per 17 miliardi, imposte dirette e indirette per 15 miliardi, nuovo credito a supporto di attività non profit per 25 miliardi, investimenti e donazioni per persone in difficoltà da 500 milioni e nuovo credito alla green economy e all’economia circolare per 88 miliardi.

Sul fronte degli investimenti, Intesa Sanpaolo prevede di spendere  7,1 miliardi nel periodo 2022-2025, di cui 5 per tecnologia e crescita, inclusi circa 650 milioni nella nuova ‘Banca Digitale’ per creare una piattaforma più efficiente con cui conseguire un taglio strutturale dei costi operativi. In particolare è stimato un risparmio dei costi di circa 800 milioni annui a regime (2026-2027), di cui oltre 600 milioni già nel 2025.

Bilancio 2021: utili netti sopra i 4 miliardi

I dettagli sul nuovo piano industriale arrivano insieme ai conti 2021, archiviati con un utile netto di 4,185 miliardi, in crescita del 19,4% rispetto al 2020 (escludendo le componenti relative all’acquisizione di Ubi Banca, +27,7% il dato contabile) e a fronte di una guidance che prevedeva un risultato oltre i 4 miliardi.

La crescita dell’utile è stata ottenuta nonostante ‘stanziamenti pari a 2,2 miliardi, di cui 1,7 nel quarto trimestre, per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo’. Intesa, in particolare, ha effettuato 1,6 miliardi di rettifiche su crediti, di cui 1,2 nel quarto trimestre (quando l’utile si è attestato a 179 milioni, a fronte dei -3,1 miliardi dello stesso periodo 2020).

Il cda propone di restituire ai soci altri 4,9 miliardi, di cui 1,5 da saldo dividendo (che si aggiungono all’acconto da 1,4 miliardi già pagato) e 3,4 miliardi di buyback. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 è al 15,2% deducendo i dividendi e al 14,2% considerando anche il buyback proposto.

In sintonia con il mercato, il titolo, su cui prevalgono giudizi positivi dagli analisti, ha dato il via alle contrattazioni in rialzo (+1,4%), ma ha poi cambiato rotta. E a mezz’ora circa dall’apertura si muove in territorio negativo.