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(WSI) – Bilancio annuale dell´attività della Consob. Centinaia di interventi, di delibere, di comunicazioni al mercato, fatte e richieste. Tra queste, gli annunci dei patti parasociali. Nel 2005, qualcosa come 253 comunicazioni al mercato. Tolti sabato e domeniche, una al giorno.
In 200 casi – dice la Commissione – si è trattato di variazioni di patti parasociali già esistenti, mentre i restanti 53 hanno riguardato la pubblicazione degli estratti di nuovi patti. Tra le 25 società ammesse a quotazione nel 2006, “solo” in 10 casi – il 40 per cento! – erano presenti patti parasociali.
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I primi dati consuntivi del 2006, dunque, confermano la tendenza che già negli anni precedenti (nel 2005 era aumentato di 10 il numero di società governate da un accordo parasociale) era emersa con chiarezza: i patti di sindacato, uno degli arnesi più arrugginiti su cui si regge lo zoppicante capitalismo all´italiana, sono tutt´altro che in disuso.
Non solo in Borsa: alle società quotate “blindate”, si aggiungono le 22 holding non quotate, “blindate” da un patto di sindacato, che “blindano” le società controllate quotate. Insomma, tutta una serratura.
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