L’ andamento dell’ inflazione continua ad essere al centro delle preoccupazioni della Federal Reserve. E’ quanto emerge dai verbali dell’ ultima riunione del FOMC, diffusi oggi, secondo cui resta “predominante il timore” che la dinamica dei prezzi al consumo possa non evidenziare il previsto raffreddamento, mentre appaiono aumentate le possibilità di un rallentamento della crescita economica.
La diffusione del contenuto dei verbali dell’ ultima seduta del Federal Open Market Committee (l’ organismo preposto alle decisioni di politica monetaria), in cui si è deciso di lasciare i tassi di interesse americani fermi al 5,25% non e’ piaciuta affatto a Wall Street.
Il Nasdaq ([[QQQQ]]) che poco prima della diffusione dei verbali Fed era in rialzo dell’1.25%, nel giro di pochi minuti ha perso tutto il vantaggio, poi e’ passato in negativo e ha fatto segnare fino -0.75%, con uno sbalzo quindi di 2 punti percentuali, certamente il piu’ forte degli ultimi mesi. Sul finale sono ripresi gli acquisti e il Nasdaq Composite e’ riuscito a chiudere a +0.33% a quota 2.423,16 (+7.87). Per il Dow Jones, chiusura sostanzialmente piatta con +0.09% a quota 12.474,52 (+11.37) e frazionale calo di -0.12%delo S&P500 che finisce a quota 1.416,60 (-1.70).
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I verbali della FOMC sottolineano che il “rischio inflazione resta la maggiore preoccupazione” e che pertanto sono “possibili ulteriori manovre restrittive”. Questa frase ha messo in allarme le grandi case di brokeraggio americane, che avevano iniziato il 2007 sulla base di uno scenario macroeconomico che vedeva il consensus puntare su tassi stabili o addirittura in ribasso e una crescita economica appena rallentata.
Quanto all’andamento dell’economia, alcuni membri del Fomc vedono “aumentati i rischi di un rallentamento della crescita” anche se al tempo stesso si “continua a prevedere che l’espansione dell’economia proceda con un ritmo di crescita vicino o poco sotto al tasso di crescita sostenibile nel lungo termine”.
Le indicazioni emerse dai verbali del Fomc appaiono in contrasto con le attese di economisti e operatori i quali da tempo mettono in conto un taglio del costo del denaro da parte della Federal Reserve nella prima parte del 2007, a fronte del rallentamento dell’economia. La prossima riunione di politica monetaria della Banca centrale americana è in calendario il 30-31 gennaio prossimi.