Tassi Bce, spread e azioni Europa: Goldman fa il punto e strizza l’occhio a Piazza Affari
La svolta hawkish della Bce appare vicina anche se ieri la Lagarde ha precisato che la banca centrale europea agirà gradualmente. Una Bce più aggressiva nell’uscita dalla politica monetaria a tassi zero non peserà molto sull’azionario Europa. Ne è convinta Goldman Sachs che sottolinea come già in queste settimane la resilienza delle Borse UE sia stata evidente. Le azioni europee hanno digerito questi cambiamenti relativamente bene con la maggior parte dei mercati in calo da inizio anno ma solo di pochi punti percentuali e molto meno rispetto al mercato azionario statunitense. “Più inflazione porta in dote un set di problemi e i livelli di debito pubblico si sono ampliati, creando potenzialmente problemi con l’aumentare dei rendimenti. Tuttavia – rimarca Goldman Sachs – alcune delle ragioni principali della sottoperformance di lungo termine dell’azionario Europa hanno iniziato a girare. Settori Value che un tempo erano a bassa crescita e ritorni molto bassi stanno iniziando a vedere miglioramenti fondamentali dei ritorni, in particolare energia e telecomunicazioni”. Goldman rimane overweight sul settore bancario che è stato (fino al 2021) un sottoperformante di lungo periodo in quanto tassi e rendimenti sono scesi in Europa. Lo sconto del settore è consistente e, sebbene si sia leggermente ridotto nell’ultimo anno, rimane profondo rispetto a quello storico”.
Il Ftse Mib dal canto suo già negozia con uno sconto sostanziale rispetto al resto d’Europa. In effetti, sottolinea Goldman, questo sconto è più o meno lo stesso del 2012 quando lo spread Btp-Bund era superiore a 400 punti base. La casa d0affari statunitense non vede quindi un modesto ampliamento degli spread come particolarmente preoccupante. E per quanto riguarda la crescita, fa notare che il Ftse Mib è ha segnato uno dei migliori risultati di EPS nell’ultimo anno con una combinazione di robusta ripresa economica italiana, ampia crescita europea/globale e buone revisioni degli utili delle banche.
Goldman Sachs, come detto, ha rivisto le sue previsioni sulle mosse della Bce. Gli strategist di Goldman Sachs si aspettano un cambio di rotta abbastanza repentino della Bce e indicano due rialzi dei tassi entro fine anno. Dopo il tono da falco della conferenza stampa della BCE la scorsa settimana e l’inflazione dell’area euro più alta del previsto (+5,1% a gennaio), gli economisti di Goldman Sachs si aspettano che la BCE aumenti i tassi due volte nel 2022, a settembre e dicembre, portando il tasso sui depositi a zero a fine anno e QE che terminerà probabilmente già nel secondo trimestre dell’anno. Goldman Sachs si aspetta un ritmo di crescita di 50 punti base all’anno da parte della BCE anche nel 2023 e 2024.
Spread in salita, ma solo nel breve
Goldman Sachs oggi fa il punto anche sui rendimenti obbligazionari e azionario Europa. Sul fronte tassi, ha rivisto al rialzo le previsioni sui rendimenti dei Bund a 10 anni a fine 2022 allo 0,50%, indicando anche un ulteriore appiattimento della curva. L’avvicinarsi della fine del QE avrà indubbiamente delle ricadute sui rendimenti dei paesi periferici e lo spread Btp-Bund è pertanto visto allargarsi fino a 175 punti base in vista del meeting Bce di marzo. Una salita non così accentuata se si pensa che già ieri lo spread si era spinto in area 165 pb per poi ritracciare. Spread che però poi è visto stabilizzarsi già prima del ritiro del QE, atteso tra secondo e terzo trimestre 2022.
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