Evasione fiscale

Evasione fiscale: in arrivo nuovi controlli incrociati

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Nuovi controlli in arrivo per i contribuenti italiani al fine di ridurre l’evasione fiscale. Due le liste che avrà in mano il Fisco: la prima per analizzare il rischio di evasione fiscale all’interno di una determinata platea, la seconda per controllare quei contribuenti che possiedono uno o più rischi fiscali.

Controlli fiscali al via: ecco come saranno

I nuovi controlli devono essere approvati con un decreto da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha già predisposto uno schema che ha ricevuto l’ok da parte del Garante per la privacy in merito all’uso delle informazioni personali per confrontare le banche dati a sua disposizione e quelle di cui è titolare la Guardia di finanza nell’ottica di scovare i potenziali evasori. Aspetto fondamentale dal punto di vista della privacy è proprio il fatto che si userà la pseudonimizzazione dei dati personali per tutelare l’identità dei soggetti che sono stati selezionati per essere sottoposti ai controlli.

«L’Agenzia delle Entrate – si legge nella nota del Garante della privacy – effettua le elaborazioni finalizzate a far emergere le posizioni da sottoporre a controllo su dati preventivamente pseudonimizzati, al fine di impedire, in presenza di dati finanziari, l’identificazione diretta degli interessati».

L’Autorithy ha precisato che si dovranno valutare gli aspetti relativi all’individuazione delle categorie di trattamenti e di dati personali oggetto delle limitazioni, alla trasparenza del trattamento e agli obblighi informativi nei confronti degli interessati, al diritto di accesso, al diritto di limitazione di trattamento, nonché alle misure a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati.

I controlli fiscali verranno realizzati attraverso l’intelligenza artificiale. Secondo il decreto spetterà all’Agenzia delle Entrate effettuare un incrocio delle banche dati. Grazie agli algoritmi creerà due «dataset», cioè due liste:

– un dataset di analisi per verificare, applicando tecniche e modelli di analisi coerenti con i criteri di rischio prescelti, la presenza di rischi fiscali. Questo dataset servirà a individuare il gruppo di contribuenti che sulla base delle analisi del software risulta a rischio evasione;

– un dataset di controllo, che comprenderà le posizioni fiscali dei contribuenti, «caratterizzate dalla ricorrenza di uno o più rischi fiscali, nei confronti dei quali potranno essere avviate le attività di controllo ovvero le attività volte a stimolare l’adempimento spontaneo».

Proprio nei confronti di questa categoria potranno scattare le lettere di compliance o dei controlli mirati. Si tratta, in sostanza, di una sorta di “black list”, che il Fisco potrà conservare per ben dieci anni.

Nella lista nera i contribuenti figureranno con uno pseudonimo ed il loro nome sarà rilevato solo nel caso di effettivi controlli, ma per permettere alla macchina di funzionare i diritti relativi alla privacy dei soggetti analizzati sono stati limitati.
Tante le informazioni che verranno rese noto così al Fisco, dalle successioni alle dichiarazioni, dal catasto al patrimonio mobiliare ed immobiliare. E poi depositi, conti correnti, rapporti di lavoro, utenze, spese sanitare, mutui e premi assicurativi.

Il percorso come scrive ItaliaOggi sarà il seguente: individuazione della platea di riferimento; scelta delle basi dati; creazione del dataset di analisi; analisi della qualità dei dati; definizione del criterio di rischio; scelta ed implementazione dei modelli e delle tecniche di analisi deterministica e/o stocastica; verifica della corretta applicazione delle tecniche di analisi; creazione del dataset di controllo; test su un campione casuale rappresentativo della popolazione. Nell’ambito del processo è sempre garantito l’intervento umano. Il contribuente potrà intervenire solo quando sia notificato l’accertamento o la cartella.

Il commento della Cgil

“Positivo il via libera del Garante per la privacy allo schema di decreto che regola l’utilizzo delle informazioni a disposizione delle Entrate per individuare i contribuenti da sottoporre a controlli. Un primo passo per avviare una seria lotta all’evasione fiscale nel nostro Paese”. Lo afferma in una nota la CGIL Nazionale.

“Da tempo chiediamo che i dati fiscali, reddituali e patrimoniali vengano incrociati e analizzati per individuare profili di rischio. Finalmente – sottolinea la Confederazione – si potrà procedere alla creazione di un archivio che permetterà il confronto tra le fatture in entrata e in uscita di tutti gli operatori, ponendo le basi affinché ognuno di essi diventi ‘verificatore’ di tutta la filiera. Un sistema di questo tipo, se ben fatto, renderà molto più difficile l’evasione da omessa fatturazione”.

Secondo il sindacato di corso d’Italia “per sconfiggere la piaga dell’evasione fiscale e contributiva, che ogni anno fa perdere all’erario oltre 100 miliardi di euro, è necessario innanzitutto disincentivare i comportamenti disonesti ancor prima che si consumino”. “Auspichiamo quindi che i controlli siano effettuati il più possibile in tempo reale, per dare certezza agli operatori onesti e reprimere sul nascere ogni illecito.
Questo è da considerarsi quindi un primo passo importante, – conclude la CGIL – cui tuttavia dovranno seguire l’estensione della platea degli obbligati alla comunicazione telematica delle fatture e l’aumento del numero delle banche dati incrociabili”.