Ammontano a 4,4 miliardi le truffe messe a segno in Italia intorno ai bonus edilizi, a partire dal Superbonus. Una cifra monstre resa nota del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che ha delineato un quadro preoccupante, dove la criminalità organizzata non ha avuto difficoltà ad insinuarsi. Al 31 dicembre scorso, spiega, “le prime cessioni e gli sconti in fattura comunicati all’Agenzia attraverso l’apposita piattaforma sono stati quasi 4,8 milioni, per un controvalore complessivo di oltre 38,4 miliardi di euro”.
Su questi numeri si è innestato il meccanismo fraudolento, “gravi irregolarità connesse alla creazione, anche da parte di organizzazioni criminali ramificate su tutto il territorio nazionale, di crediti d’imposta inesistenti per importi di vari miliardi di euro che, dopo articolate concatenazioni di cessioni a società e persone fisiche interposte, sono stati in parte monetizzati presso istituti di credito o altri intermediari finanziari”. E in alcuni casi, “i proventi delle frodi sono stati veicolati all’estero”.
Ruffini illustra la situazione nel dettaglio: la circolazione dei crediti d’imposta, “qualora attuata tramite una catena di cessioni particolarmente articolata e simulata con perizia, rende complesso per l’intermediario finanziario valutare, nell’esercizio dell’ordinaria diligenza professionale, la liceità dell’operazione, con il rischio di prendere parte involontariamente a condotte fraudolente, contigue anche al riciclaggio di denaro”.
Dei 4,4 miliardi di frodi in particolare: “a seguito di segnalazione dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza, 2,3 miliardi sono ora oggetto di sequestri preventivi da parte dell’Autorità giudiziaria; 160 milioni di euro sono stati sospesi e scartati dall’Agenzia sulla piattaforma “cessione crediti”, per effetto delle disposizioni introdotte con il Decreto anti-frode, che consente all’Agenzia di effettuare tale controllo preventivo in presenza di profili di rischio”.
Frodi bonus edilizi: partiti in pressing
Questi numeri arrivano in Parlamento, dove praticamente tutte le forze politiche premono per modificare l‘ultima stretta antifrodi varata dal governo con le limitazioni alle cessioni del credito. Il pressing per la modifica della norma inserita nel decreto Sostegni-ter però rimane.
Davanti alla stessa Commissione Bilancio del Senato che sta esaminando il provvedimento, i proprietari immobiliari di Confedilizia e gli artigiani riuniti in Cna, Confartigianato e Confapi hanno continuato a chiedere il ritorno alla possibilità di cessione multipla del credito per esorcizzare il blocco venutosi a creare immediatamente dopo l’approvazione della stretta. La palla passa ora al governo, che – tra ipotesi ‘bollino’ o operazioni permesse solo tra soggetti vigilati – dovrà trovare velocemente un giusto equilibrio tra lotta alle frodi e necessità dell’economia.