Intelligenza artificiale: perché è una necessità per le imprese
di Daniela La Cava
Il settore dell’intelligenza artificiale (in inglese artificial intelligence, conosciuta anche con l’acronimo di AI) non può essere relegato alla sola componente tecnologica. La crescita degli ultimi anni e l’evoluzione che ha avuto, mostrano come vada ormai oltre il mero concetto di tech.
L’intelligenza artificiale trova, infatti, numerose e differenti applicazioni in diversi ambiti come, ad esempio, l’industria sanitaria ma anche l’ambito finanziario. L’AI è un settore in decisa crescita anche in Italia. Secondo i recenti dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, il mercato dell’artificial intelligence ha mostrato un rialzo del 27% nel 2021, raggiungendo quota 380 milioni di euro, un valore raddoppiato in appena due anni, per il 76% commissionato da imprese italiane (290 milioni di euro), per il restante 24% come export di progetti (90 milioni di euro).
Intelligenza artificiale cruciale per le imprese
L’intelligenza artificiale è un tema che anche Deloitte monitora da tempo, documentando la crescente adozione dell’AI nel mondo delle imprese. Se nel 2020 il report “State of AI in the Enterprise di Deloitte” parlava dell’ingresso nella “età di pervasiva dell’AI”, questo non significa che il suo potenziale sia stato già sfruttato appieno.
E così nella quarta edizione dello studio sullo stato dell’arte dell’intelligenza artificiale nel mondo delle imprese, gli esperti di Deloitte si sono soffermati sulle trasformazioni più profonde in atto all’interno delle organizzazioni, soprattutto in merito all’utilizzo mirato dell’AI che porta e crea valore. In particolare, sul tema Nitin Mittal, US AI co-leader Deloitte Consulting LLP, rimarca che diventare una organizzazione ‘AI-fueled’ significa capire che la trasformazione non è mai completa, ma piuttosto si tratta di un processo di costante miglioramento.
Un tema di grande importanza per Deloitte, tanto che qualche anno fa ha deciso di creare il Deloitte AI Institute guidato da Beena Ammanath che è l’attuale direttore esecutivo. Si tratta di un centro che si occupa della ricerca a 360° sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’innovazione applicata a tutti i settori.
In uno studio ad hoc dal titolo “The Financial Services AI Dossier“, Beena Ammanath del Deloitte AI Institute mette in luce il fatto che l’intelligenza artificiale sia ormai una realtà concreta che sta diventando, rapidamente, “quasi una necessità competitiva”. Eppure, nel bel mezzo dell’attuale frenesia per la crescita e adozione dell’intelligenza artificiale, molti leader e decisori si pongono ancora domande significative su cosa l’AI possa effettivamente fare per le loro attività.
Il dossier di Deloitte mette, infatti, in evidenza alcuni dei casi d’utilizzo più interessanti per questo business nei servizi finanziari. Gli esempi sono numerosi e vanno dal mondo dei pagamenti (‘pagamenti con un sorriso’, grazie all’utilizzo del riconoscimento facciale e di altri dati biometrici basati sull’intelligenza artificiale per elaborare i pagamenti) a quello delle chatbot che possono diventare più di una semplice chat, dalle analisi delle frodi bancarie al customer service (Hyper-personalization) che può essere rafforzato tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Su quest’ultimo fronte, nel recente “Global Marketing Trends Report 2022”, Deloitte ha individuato sette tendenze principali che caratterizzeranno il marketing del futuro. Tra queste ha posto l’accento sul fatto che il rafforzamento del customer service può passare attraverso l’intelligenza artificiale” e spiega che “un’esperienza di valore per il cliente significa avere a disposizione dall’azienda l’assistenza e le informazioni necessarie quando, dove e come desiderato”.
Secondo i consumatori, le informazioni più utili e rilevanti nel processo di acquisto sono offerte tempestive e un servizio clienti competente, per tutte le categorie di prodotto indagate. Con queste informazioni a disposizione, i marketer possono lavorare per ottimizzare l’intelligenza artificiale (AI) nella customer experience, armonizzando il lato umano dei centri di assistenza clienti e le capacità predittive degli algoritmi.
Al di là della custumer experience, secondo l’analisi di Deloitte AI Institute un’altra area di utilizzo in rapida espansione per l’intelligenza artificiale che sta automatizzando e migliorando i processi del settore dei servizi finanziari (Fsi) come il rilevamento delle frodi, l’elaborazione dei pagamenti ma anche gestione dei sinistri.
“La convergenza dell’industria è un’altra tendenza chiave sostenuta dall’intelligenza artificiale, e non è limitata solo al FinTech. Le tecnologie di intelligenza artificiale, alimentate dall’esplosione dei dati digitali, stanno attivando interamente nuovi prodotti, servizi e modelli di business che rendono più labili i confini tradizionali dell’industria”, si legge nel “The Financial Services AI Dossier” sottolineando però che “a parte le numerose FinTech che stanno abbracciando pienamente l’AI, la maggior parte delle imprese attive nei Fsi sono ancora nelle fasi iniziali circa l’adozione e l’investimento nell’intelligenza artificiale”.
La maturazione della tecnologia e il tasso d’adozione delle soluzioni di intelligenza artificiale non lasciano dubbi sul fatto che l’AI sia una realtà destinata a restare – afferma Paolo Gianturco, Business Operations and Fintech leader di Deloitte – una realtà che sta rapidamente diventando una necessità competitiva per quasi tutti i tipi di attività”. Secondo un sondaggio di Deloitte, il 74% delle aziende è ancora nella fase di sperimentazione dell’intelligenza artificiale, con un focus sulla modernizzazione dei dati.
Solo il 26% delle aziende intervistate è, invece, concentrato sull’implementazione di casi d’uso di AI ad alto impatto su larga scala. “Sempre più aziende sperimentano progetti basati sull’AI” conclude Gianturco “le possibilità di questa tecnologia sono enormi, ma bisogna considerare il suo impatto non solo sull’azienda ma sull’intero ecosistema: infatti, lo sviluppo di questi strumenti non può prescindere da un’adozione etica degli strumenti AI, consapevole delle implicazioni dell’utilizzo di questa tecnologia sull’azienda, sui partner e sui consumatori”.