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GLI GNOMI SUONANO LA RISCOSSA
DEI RENDIMENTI

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(WSI) –
La legge era quella: chi sceglieva la riservatezza delle banque privée svizzere era disposto a chiudere un occhio sui rendimenti, di solito non proprio brillanti. Ma le banche elvetiche, quest’anno, hanno deciso di partire all’offensiva e dimostrare, dati alla mano, che gli gnomi, oltre a custodirlo, il denaro sanno farlo rendere.

Si sono così rivolti al PriBil, un gruppo di analisti londinesi che collabora con il Ftse, che ha realizzato un indice ad hoc in cui le performance del settore vengono calcolate su base reale e confrontabile. Dalle elaborazioni è così emerso che le banche private svizzere hanno ottenuto nel 2006 un rendimento medio dell’8,2%, al netto delle spese, per i loro clienti.

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Nel dettaglio, i portafogli che hanno reso meno sono quelli in franchi svizzeri, che si sono accontentati di un rendimento compreso tra l’1% (per quelli a basso rischio) e il 6,26% (rischio elevato), mentre si sono comportati particolarmente bene quelli espressi in dollari: i portafogli a basso rischio hanno guadagnato il 5,27%, quelli a rischio elevato hanno prodotto rendimenti medi attestati sull’11,7 per cento. «Su un arco di tempo di due anni, i portafogli a rischio elevato espressi in dollari hanno avuto performance analoghe a quelle degli hedge fund, con minore volatilità», osserva Roy Scheepe del PriBil.

I dati per l’elaborazione dell’indice sono forniti da 40 banche (tra cui Pictet, Mirabaud, Dresdner, Vontobel, Rothschild, Sarasin e Lodh) che complessivamente gestiscono un patrimonio di 1.500 miliardi di dollari. Sul podio dei migliori rendimenti spiccano Dresdner, Rothschild e Lodh: quest’ultima ha garantito ai propri clienti ritorni mensili compresi tra il 2 e il 9 per cento. «Abbiamo piazzato il 50% dei nostri investimenti fuori dagli Stati Uniti, valutato bene i rischi e abbiamo fatto qualche scommessa felice, soprattutto sull’azionario», spiega il vicepresidente esecutivo Jacques Raemy.

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