di Michele Morganti  (Generali Investments)

Borse: possibili nuovi ribassi, ci vuole prudenza

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Mentre la crisi ucraina si sta inasprendo, i mercati azionari hanno registrato un calo del 10% rispetto al picco di novembre.
La situazione rimane fluida, con il divieto SWIFT e le sanzioni verso banca centrale russa che marcano una chiara escalation. Nel breve termine, escludendo i forti ribassi registrati nella grande crisi finanziaria e durante la crisi Covid nel 2020 e guardando ai rimanenti picchi passati nei premi per il rischio (equity risk premium o ERP, al 7,5% per l’indice MSCI EMU ed al 4,5% per l’indice S&P500) riteniamo che vi sia spazio per un altro 5%-10% circa di ribasso.

Storicamente questi picchi nell’ERP sono stati generalmente di breve durata e hanno rappresentato in media opportunità di acquisto. Troviamo lo stesso ordine di grandezza di ribasso potenziale osservando i momenti di maggiore sconto dei prezzi degli indici rispetto al nostro indicatore di Fair Value: questo approccio indica un ulteriore ribasso di circa il 5%-7% per raggiungere il discount registrato nei periodi di elevata avversione al rischio.

Nel contesto attuale, suggeriamo un Overweight azionario minimo e prevediamo rendimenti totali positivi (inclusi i dividendi) intorno al 5% di qui a 12 mesi. I mercati rimangono fortemente dipendenti dagli eventi e ad oggi ci asterremmo dall’acquistare aggressivamente titoli sul mercato: gli indicatori tattici sono neutri ma non ancora stressati.

Riduciamo l‘Overweight verso i titoli value, pur restando lunghi soprattutto nel settore energia, e aggiungiamo titoli difensivi e di qualità. Il peso dell’Area Euro (economia più ciclica e più dipendente dal gas russo) è ora allineato a quello degli USA (rispetto alla precedente posizione di Overweight) vista la fase di alta volatilità ed i maggiori rischi per la crescita.

Mentre manteniamo un Overweight su UK e selezionati mercati emergenti. A più lungo termine l’aumento degli spread di credito e dei rendimenti reali, nonché i prezzi dell’energia e l’inflazione più alti per lungo tempo, potrebbero danneggiare la crescita, un ulteriore rischio per le prospettive degli utili.