Russia-Ucraina: per Equita “impatti gestibili se di breve durata”. La sim punta ancora su finanziari ed energetici, Campari in portafoglio
Il mese di marzo prende il via con tutti gli occhi del mondo, mercati compresi, puntati sul conflitto tra Russia e Ucraina precipitato nell’ultima settimana con l’invasione armata russa. Mentre si attendono sviluppi sull’evolversi delle tensioni, il mese di febbraio ha visto i mercati azionari negativi (Global Equities -2,4%, YTD -7%) a causa dell’escalation della crisi Russia-Ucraina. A indebolirsi maggiormente è stato il mercato azionario russo che è crollato di oltre 25%, così come il rublo (-25% rispetto al dollaro statunitense), e il rendimento dei titoli governativi russi sono balzati (di oltre 500 punti base al 15%).
Russia-Ucraina: impatti gestibili se di breve durata, la view di Equita
“Il conflitto Russia-Ucraina rallenterà nel breve la crescita economica globale e aumenterà l’inflazione nel prossimo trimestre, ma se circoscritto nel tempo riteniamo non sarà tale da compromettere il ciclo economico espansivo e quindi permettere un recupero dei mercati. Monitoreremo l’ampiezza e la durata dello scontro in corso, ma per il momento non modifichiamo la nostra view”. Questa la posizione di Luigi De Bellis, co-responsabile dell’ufficio studi di Equita, presentando il nuovo Monthly report.
Nel dettaglio, nel portafoglio raccomandato da Equita durante il mese è stato ridotto di 100 punti base il peso dell’investito al 95,2% (rispetto peso neutro del 90%), proprio per guadagnare flessibilità alla luce dell’aumento delle tensioni geopolitiche, prendendo parziale profitto dal settore finanziario dopo l`ottima performance.
Energetici e finanziari, tra le opportunità settoriali da continuare a monitorare
Equita passa poi al setaccio i diversi settori e conferma la visione positiva sui titoli energetici “che rappresentano – spiega – anche una protezione dall’aumento dei prezzi dell’energia per la crisi geopolitica”. “Rimaniamo positivi sui titoli finanziari, seppur con un sovrappeso più contenuto rispetto al mese precedente, in quanto riteniamo che lo scenario favorevole di un aumento dei tassi in un contesto economico solido sia solo temporaneamente rallentato”, afferma De Bellis nel monthly report diffuso oggi.
Dopo la forte sottoperformance da inizio anno, Equita consiglia ora un posizionamento neutrale (da precedente sottopeso) nei confronti dei titoli legati alla tecnologia/digitale, che nel breve potrebbero beneficiare di uno scenario sui tassi meno penalizzante. Per il mondo tech, argomenta ancora la sim milanese: “Anche se le valutazioni, nonostante il de-rating, restano relativamente elevate mentre dall’altro lato ci aspettiamo un livello di domanda digitale solida e non intaccata significativamente da eventuali rallentamenti per calo business confidence”. All’interno del settore, Equita sostiene che le recenti tensioni geopolitiche rendano ancora più attraenti i titoli legati alla cybersecurity.
C’è inoltre una conferma positiva nei confronti di alcuni titoli legati al re-opening, e un impatto limitato sul traffico aereo dalla crisi geopolitica (se circoscritta nel tempo). E ancora, sempre a livello settoriale, esposizione sostanzialmente neutrale nel settore utilities. Per quanto riguarda il settore industriale, Equita suggerisce maggior selettività in un contesto di potenziale pressione sui margini.
Buzzi e Campari, ecco cosa accade in portafoglio
Tra i singoli titoli, a seguito della probabile uscita dall’indice Ftse Mib (annuncio previsto per domani 2 marzo ed effettivo dal 21 marzo), il titolo Buzzi Unicem passa dal portafoglio principale (peso azzerato) al portafoglio small cap.
Campari entra, invece, nel portafoglio raccomandato Equita dopo il recente upgrade dello scorso 24 febbraio. “La performance negativa del titolo (-22% relative a tre mesi rispetto allo Stoxx 600) ha creato un entry point interessante su un titolo di qualità e difensivo”, spiegano gli analisti della sim sottolineando come Campari tratti a 31,8 volte il P/E 12 mesi, di nuovo al suo premio storico del 44% sullo Stoxx Food & Beverage (dopo i picchi dell`85-90% durante la pandemia) ma vanta oggi una maggiore penetrazione del canale off-trade, più forte posizionamento dei marchi principali e maggiore presidio commerciale nell’area Asia Pacifico.
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