Si allunga la lista delle multinazionali del petrolio ma non solo che stanno lasciando la Russia. Non solo per una presa di posizione contro la guerra, ma anche perché dopo l’invasione dell’Ucraina, restare sul mercato russo rischia di essere dannoso per gli azionisti. È con queste motivazioni che nel giro di pochi giorni alcuni tra i big dell’industria internazionale hanno fatto le valigie, mettendo fine a joint venture pluri-decennali, abbandonando nuovi progetti, rimpatriando i dipendenti.
Petrolio: è fuga dalla Russia
Pesanti le defezioni nel settore oil. L’ultimo in ordine temporale è stato oggi il gruppo petrolifero statunitense ExxonMobil, che ha annunciato che si ritirerà dal suo ultimo grande progetto in Russia e non investira’ piu’ nel Paese, seguendo l’esempio di molti concorrenti internazionali dopo l’invasione dell’Ucraina. La prima ad uscire è stata, lo scorso 27 febbraio, British Petroleum. Il gigante petrolifero britannico ha deciso di cedere la sua partecipazione del 20% in Rosneft, una mossa che potrebbe comportare una svalutazione di 25 miliardi di dollari e tagliare la sua produzione globale di petrolio e gas di un terzo.
Ventiquattr’ore dopo è toccato ad un altro gigante dell’oil come Shell. Anche Eni si è sfilata da una partnership in Russia.
“Per quanto riguarda la partecipazione congiunta e paritaria con Gazprom nel gasdotto Blue Stream (che collega la Russia alla Turchia), Eni intende procedere alla cessione della propria quota” ha reso noto un portavoce del gruppo, precisando anche che “l’attuale presenza di Eni in Russia è marginale. Le joint venture in essere con Rosneft, legate a licenze esplorative nell’area artica, sono già congelate da anni, anche per le sanzioni internazionali imposte a partire dal 2014”.
TotalEnergies SE è l’unica major a non ritirarsi: il gruppo ha spiegato ieri che non apporterà capitali per nuovi progetti in Russia, senza per ora ritirarsi dai progetti attivi nel Paese.
Non solo i big dell’oil, chi sta lasciando Mosca
La fuga non riguarda solo il settore energetico. Tra i big internazionali, Apple ha sospeso la vendita di tutti i suoi prodotti in Russia e ha spiegato che rimuoverà RT News e Sputnik dai suo App Store fuori dalla Russia.
Nel settore automotive, Daimler Truck Holding, uno dei più grandi produttori di veicoli commerciali del mondo, ha detto che fermerà le sue attività commerciali in Russia fino a nuovo avviso e potrebbe rivedere i legami con il partner locale Kamaz. Mentre il marchio automobilistico svedese Volvo Cars ha annunciato che sospenderà le spedizioni di veicoli verso il mercato russo fino a nuovo avviso. Anche Harley-Davidson ha sospeso il suo business in Russia.
Nei trasporti, il gigante danese delle spedizioni marittime Maersk e il gruppo MSC della famiglia italiana Aponte hanno comunicato che fermeranno temporaneamente tutte le spedizioni di container da e per la Russia, approfondendo l’isolamento del paese mentre la sua invasione dell’Ucraina scatena un esodo di aziende occidentali.