L’ombra del default si allarga sul debito russo: un effetto collaterale del conflitto con l’Ucraina, e delle pesante sanzioni imposte a Mosca dall’Occidente. Oggi l’agenzia di rating statunitense Standard & Poor’s ha tagliato per la seconda volta in pochi giorni il rating della Russia, portandolo a “CCC-“, che indica una posizione “vulnerabile”, dalla precedente valutazione “BB+”. Il rating resta in “credit watch negative”.
“Le sanzioni contro Mosca potrebbero avere significativi effetti, diretti e secondari, sull’attività economica e commerciale estera, sulla fiducia dei cittadini e sulla stabilità finanziaria”, sottolinea l’agenzia S & P, rimarcando che le misure colpiscano un’ampia fetta del sistema bancario russo con significative implicazioni negative sulla sua “capacità di agire come intermediario finanziario nel commercio internazionale”.
Una mossa che arriva quasi in contemporanea con le agenzie di rating Fitch e Moody’s, che ieri hanno messo il Paese tra quelli che possono avere problemi a rimborsare il proprio debito. Moody’s ha abbassato la sua valutazione sul debito di lungo termine della Russia da Baa3 a B3, indicando di mantenere alta l’attenzione alle sanzioni imposte al Paese dall’Occidente. Fitch ha tagliato il suo giudizio da BBB a B. Di fatto, il debito russo rientra così tra gli investimenti speculativi, con giudizi a livello “junk” (spazzatura).
“La gravità delle sanzioni internazionali – ha spiegato Fitch – rappresenta un enorme shock per i fondamentali di credito della Russia, e minaccia la sua volontà di ripagare il debito del Governo”.
Intanto la Borsa di Mosca non apre da quattro giorni. A nulla sono valsi tutti i tentativi della Banca centrale. Il rublo perde oltre il 9% rispetto al dollaro e oltre il 7% rispetto all’euro. Si teme un tracollo finanziario con la gente davanti ai bancomat per cercare di ritirare il denaro dai conti correnti.
Russia: stop a pagamenti investitori esteri
Nel mezzo della guerra finanziaria che si combatte in parallelo a quella militare, per la prima volta dal 1998, la Russia non ha pagato agli investitori esteri le cedole su due suoi titoli di Stato. E’ la conseguenza di quanto deciso dalla Banca centrale russa, che per rappresaglia alle sanzioni occidentali ha vietato il pagamento agli investitori internazionali, sia degli interessi dei bond – denominati in rubli – che dei dividendi delle azioni delle società russe.
Gli occhi dei mercati sono ora puntati sul 16 Marzo: quel giorno infatti, scadranno le nuove cedole sul debito per oltre 100 milioni di dollari, e successivamente la data del 4 Aprile, quando Mosca dovrà rimborsare due miliardi di bond. La Russia avrebbe 640 miliardi di riserve, più che sufficienti a coprire i suoi 490 miliardi di esposizione verso l’estero, ma quasi la metà sono stati congelati da Usa Ue e Giappone come misura sanzionatoria per fermare il conflitto ucraino.