Dopo le aziende, ora tocca alle grandi banche Usa dire addio, almeno temporaneamente, al mercato russo in segno di protesta contro l’invasione decisa dal presidente Vladimir Putin dell’Ucraina.
Banche Usa lasciano Mosca contro invasione Ucraina
Citigroup ha affermato di stare valutando le opzioni a disposizione per un disimpegno dal paese. Con filiali in una decina di città russe e un’esposizione complessiva sul paese di circa 10 miliardi, il colosso bancario USA ha esposizioni verso il Cremlino per una quindicina di miliardi di dollari. Oggi invece è stata la volta di Goldman Sachs che ha annunciato l’intenzione di chiudere le sue operazioni nel paese.
“Goldman Sachs sta chiudendo la sua attività in Russia”, ha affermato la società in una dichiarazione inviata via e-mail. “Ci concentriamo sul supportare i nostri clienti in tutto il mondo nella gestione o nell’estinzione degli obblighi preesistenti nel mercato e nel garantire la sicurezza del nostro personale”.
Nel frattempo il colosso newyorchese assicura che continuerà a gestire compravendite di titoli di aziende russe ma non a scopi speculativi. Anche JP Morgan Chase lascia la sua attività Russia.
“In ottemperanza alle direttive dei governi di tutto il mondo, abbiamo attivamente ritirato l’attività in Russia e non abbiamo fatto nuovi affari in quel paese”, ha detto il portavoce dell’azienda, Tasha Pelino. Le operazioni della banca legate alla Russia, secondo Pelio, si sono limitate ad “aiutare i clienti globali ad affrontare e chiudere gli obblighi preesistenti; gestire il rischio relativo alla Russia; agire come custode per i nostri clienti; e prenditi cura dei nostri dipendenti”.
JP Morgan ha meno di 200 dipendenti nella regione, Lavorano principalmente presso il corporate e investment banking dell’azienda, secondo l’azienda.
Le banche europee e il rapporto con Russia
Tra le banche europee, finora nessuna si è mossa in tal senso. La tedesca Deutsche Bank ha confermato di non voler uscire dalla Russia considerando che l’esposizione lorda al paese in termini di impieghi è di 1,4 miliardi di euro, lo 0,3% dei portafoglio prestiti complessivo, e di averla ridotta nelle ultime due settimane. L’esposizione netta è di 0,6 miliardi di euro al netto di garanzie e asset collaterali.
“Non sarebbe la cosa giusta da fare per i nostri clienti”, ha affermato il direttore finanziario, James von Moltke in una intervista a Cnbc. “Noi siamo qui per supportare i nostri clienti per motivi pratici, questa (intendendo l’abbondono della Russia, ndr) non è una opzione disponibile per noi. E non penso che sarebbe la cosa giusta da fare”, ha detto Von Moltke, “per le relazioni con i clienti e aiutarli a gestire le loro posizioni. Ovviamente dovremo guardare come si evolve questa situazione e considerare la nostra presenza in Russia, quando avremo un certo livello di chiarezza”.
Tra le italiane troviamo UniCredit che conferma il dividendo in contanti proposto per il 2021 di 1,2 miliardi di euro, mantenendo un CET1 ratio superiore al 13% anche nello scenario peggiore”. Lo indica la stessa banca di Piazza Gae Aulenti in relazione all’esposizione in Russia e “La nostra solida posizione di capitale ci consentirebbe di assorbire questo impatto senza scendere al di sotto del 13%”, aggiunge. La banca controlla in Russia Unicredit Bank, 14esimo gruppo creditizio del paese con una quota di mercato di poco superiore all’1% e ricava dal mercato russo circa il 3% dei suoi incassi complessivi. Nel complesso il gruppo guidato da Andrea Orcel ha un’esposizione verso la Russia di 14 miliardi di euro, comprensivi degli 8 miliardi di prestiti erogati dalla controllata locale. Unicredit è la banca europea più esposta sulla Russia dopo la francese Société Générale.
L’altro grande gruppo bancario italiano, Intesa Sanpaolo sta valutando se rivedere la propria presenza in Russia.
“La nostra presenza in Russia è oggetto di valutazione strategiche”, ha spiegato un portavoce di Intesa Sanpaolo. “Condanniamo totalmente quanto sta accadendo e siamo impegnati ad aiutare tutte le nostre persone in Ucraina fornendo accoglienza, nei Paesi in cui operiamo, ai colleghi ucraini”, ha aggiunto il portavoce della banca. Il gruppo bancario guidato da Carlo Messina conta in Russia 28 filiali di Banca Intesa, circa 970 dipendenti e 1 miliardo di euro di asset. Il totale dei prestiti di Intesa Sanpaolo alla clientela russa ammonta a circa 5,6 miliardi di euro, ovvero l’1,1% del totale degli impieghi del gruppo.