Si profila un testa a testa fra Italia, Francia e Spagna per il primato nelle esportazioni mondiali di vino nel 2006. Ma un risultato già è sicuro: il made in Italy ha sbaragliato la concorrenza negli Stati Uniti. È quanto rileva la Cia-Confederazione italiana agricoltori, dopo la diffusione delle statistiche dell’Italian food&wine institute sul superamento della soglia del miliardo di euro relativo all’export oltre Oceano di vino dal nostro paese. “La positiva performance è il risultato di una crescita economica degli Stati Uniti e di una maggiore attenzione degli americani verso i prodotti italiani”, osserva la Cia. Il 2006, dopo il trend positivo del 2005, conferma che in tutto il mondo il successo dei vini europei continua faticosamente nel recupero di fasce di mercato che i nuovi paesi produttori, Australia in testa, tentano sempre più di conquistare. Se fino ai primi anni Novanta la competizione si giocava tutta fra Italia e Francia con primati alterni a seconda delle annate, ora il panorama mondiale si è profondamente modificato e la partita, avverte la Cia, “si gioca con più protagonisti”. La Spagna addirittura nel 2005 si è classificata leader mondiale con 15,8 milioni di ettolitri venduti oltre i suoi confini nazionali, seguita dal nostro Paese con 15,7 milioni di ettolitri e dalla Francia con 15,5 milioni di ettolitri. Una sfida all’ultima goccia che si ripeterà anche nel 2006 e, tenendo conto dei buoni risultati americani e dei primi dati diffusi a livello europeo, l’Italia potrebbe tornare ad essere primo esportatore mondiale superando i 16 milioni di ettolitri. Secondo la Cia la vivacità delle Pmi che hanno attratto la curiosità dei consumatori americani e mondiali con vini d’origine, vitigni autoctoni e, soprattutto, il rapporto qualità-prezzo e la cultura, la tradizione e la tipicità che contraddistinguono i nostri prodotti, contribuiscono in maniera determinante al successo del made in Italy. Ora, conclude la nota dell’organizzazione agricola “si tratta di vincere, con i dati definitivi, il testa a testa per il 2006 e di consolidare, per il 2007, la nostra quota del 20 per cento sull’intero export mondiale di vino”.