Economia

Risparmiare per la pensione con la previdenza complementare

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Il mondo del lavoro in Italia è ancora costellato di contratti atipici caratterizzati dalla precarietà nonostante i proclami che di volta in volta fanno i governi che si susseguono. A rimetterci i giovani di oggi che si ritrovano al momento di andare in pensione spesso con un pugno di mosche in mano. La mossa migliore da fare è quella di essere preventivi e giocarsi oggi tutte le carte che si possiedono. Tra queste spicca la pensione complementare, una forma di risparmio che si va ad aggiungere alla normale pensione che viene erogata dall’INPS.

Previdenza complementare: cos’è

La previdenza complementare, oltre alla possibilità di ottenere una rendita integrativa della pensione obbligatoria, rappresenta un’opportunità di risparmio che ti consente di affrontare con maggiore serenità eventuali difficoltà personali e lavorative, anche agevolando l’uscita dal mercato del lavoro e la transizione verso il pensionamento.

E’ la COVIP, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, precisa che nel  valutare la possibilità di aderire alla previdenza complementare, considera che:

  • se sei un giovane, il tempo gioca a tuo favore. Contribuendo a un fondo pensione fin dall’inizio della tua carriera lavorativa puoi accumulare un risparmio rilevante per formare una pensione integrativa adeguata e far fronte a eventuali discontinuità lavorative;
  • se sei un lavoratore dipendente, puoi avere diritto al contributo del datore di lavoro;
  • puoi effettuare prelevamenti dalla tua posizione individuale a titolo di anticipazione o riscatto per affrontare spese impreviste legate a situazioni personali e alla vita lavorativa (spese mediche, acquisto della prima casa per te o per i tuoi figli, inoccupazione, invalidità);
  • in alcune situazioni di bisogno puoi anche fruire di una rendita pensionistica anticipata.

Le forme pensionistiche complementari oggi esistenti sono:

  • Fondi pensione negoziali: sono forme pensionistiche complementari istituite nell’ambito della contrattazione collettiva, nazionale o aziendale. A questa tipologia appartengono anche i fondi pensione cosiddetti territoriali, istituiti cioè in base ad accordi tra rappresentanti di datori di lavoro e lavoratori appartenenti a un determinato territorio.
  • Fondi pensione aperti: sono forme pensionistiche complementari istituite da banche, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM). I fondi pensione aperti possono raccogliere adesioni su base individuale e collettiva.
  • Piani Individuali Pensionistici di tipo assicurativo (PIP): sono forme pensionistiche complementari istituite dalle imprese di assicurazione. I PIP possono raccogliere adesioni solo su base individuale.
  •  Fondi pensione preesistenti: sono forme pensionistiche complementari così chiamate perché già istituite prima del decreto legislativo 124 del 1993 che ha introdotto per la prima volta una disciplina organica del settore

Come aderire alla previdenza complementare

L’adesione è volontaria. E’ possibile aderire secondo quanto previsto dagli accordi collettivi che trovano applicazione per il proprio settore, per la propria azienda o per il proprio territorio (adesione collettiva). L’adesione a un fondo pensione negoziale o a un fondo pensione preesistente può avvenire presso la propria azienda, la sede del fondo pensione, quella dei sindacati che hanno sottoscritto l’accordo o dei patronati incaricati dal fondo

L’adesione a un fondo aperto o a un PIP può avvenire nelle sedi delle società (banche, imprese di assicurazione, SIM, SGR) che li hanno istituiti oppure attraverso i soggetti incaricati dalle stesse società. L’adesione può essere consentita anche via web.

Come vengono fatti gli investimenti

Le forme pensionistiche complementari offrono diverse alternative per investire i propri contributi, chiamate linee di investimento (o comparti). Le linee di investimento si differenziano in base agli strumenti finanziari che vengono acquistati. Le forme pensionistiche complementari nell’investire i contributi devono rispettare regole di prudenza, definite dalla legge, che tengono conto della finalità previdenziale e non speculativa dell’investimento. Ad esempio, sottolinea la COVIP, gli investimenti devono essere adeguatamente diversificati e sono previsti limiti quantitativi all’acquisto di determinati strumenti finanziari ritenuti più rischiosi. Nei fondi pensione negoziali, la gestione degli investimenti è affidata a operatori professionali (banca, SGR, SIM, impresa di assicurazione) sulla base di una convenzione nella quale sono definiti i criteri a cui tali operatori si devono attenere. Nei fondi pensione aperti e nei piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (PIP), gli investimenti sono gestiti in genere direttamente dalla società (banca, SGR, SIM, impresa di assicurazione) che ha istituito il fondo aperto o il PIP. Le risorse dei fondi pensione aperti e dei PIP costituiscono patrimonio autonomo e separato rispetto a quello della società.

Cosa si può ottenere con la previdenza complementare

Al raggiungimento dei requisiti per la pensione obbligatoria stabiliti nel proprio regime di appartenenza, e a condizione che si abbia almeno cinque anni di partecipazione alla previdenza complementare, si potrà  scegliere quale tipo di prestazione ottenere con la propria posizione individuale:

  • trasformare la propria posizione individuale tutta in rendita, ricevendo così la pensione complementare per tutta la vita;
  • ottenere fino a un massimo del 50% del capitale accumulato in un’unica soluzione e il restante in rendita;
  • liquidare tutta la posizione in capitale, se si rientra nei casi previsti dalla legge.