Unicredit, tra gli istituti bancari europei più esposti sul mercato russo, starerebbe considerando un’uscita dalla Russia come parte di una revisione urgente delle sue operazioni nel Paese. Una notizia che penalizza il titolo, che in mattina perde l’1,5%.
“Ovviamente abbiamo bisogno di considerare seriamente l’impatto e le conseguenze e la complessità del distacco di una banca completa dal paese”, ha spiegato il ceo Andrea Orcel in una conferenza organizzata da Morgan Stanley.
La scorsa settimana l’istituto riassumendo la propria esposizione in Russia ha indicato che nello scenario estremo, ossia nel caso in cui l’esposizione non possa essere recuperata e venga azzerata, l’impatto sui coefficienti di capitale sarebbe di 200 punti base. La svalutazione completa, compresa l’esposizione transfrontaliera, costerebbe circa 7,5 miliardi.
Nel dettaglio, l’esposizione diretta a UniCredit Bank Russia è di circa 1,9 miliardi di euro. Quella cross border nei confronti di clientela russa è , invece, attualmente pari a circa 4,5 miliardi di euro. Infine l’esposizione mark-to-market in derivati verso le banche russe e’ di circa 300 milioni di euro, al netto del collaterale. La massima perdita potenziale nel caso in cui il valore del rublo si approssimi allo zero e’ di circa 1 miliardo di euro.
UniCredit offre servizi bancari ad aziende e private in Russia (dove è presente dal 2005) attraverso 4.000 dipendenti e 70 filiali. Ciò detto, la Russia non ha scombinato i piani sul 2021: il gruppo ha confermato dividendi per 1,2 miliardi sul 2021 e buyback per 2,75 miliardi.
Dopo Unicredit anche Intesa pronta a lasciare la Russia
Ma intesa non sarebbe la sola fare marcia indietro. Anche Intesa Sanpaolo, che insieme alla banca di pizza Gas Aulenti, sare nei giorni scorsi ha ventilato una retromarcia da Mosca. «La nostra presenza in Russia è oggetto di valutazione strategiche», ha spiegato un portavoce del gruppo guidato da Carlo Messina, che opera con 28 filiali e oltre 900 dipendenti. «Condanniamo totalmente quanto sta accadendo e siamo impegnati ad aiutare tutte le nostre persone in Ucraina fornendo accoglienza, nei paesi in cui operiamo, ai colleghi ucraini», ha aggiunto il portavoce della Ca’ de Sass.
…sulla scia di Goldman Sachs e Jp Morgan
Le prime due banche occidentali ad annunciare un dietrofront dal Paese guidato da Vladimir Putin dopo l’invasione dell’Ucraina sono state Goldman Sachs e Jp Morgan. A dicembre 2021, l’esposizione creditizia totale di Goldman Sachs verso la Russia era di 650 milioni di dollari, sostanzialmente tutti verso controparti o mutuatari non sovrani, secondo quanto reso noto il mese scorso in un filing. JPMorgan Chase ha affermato che le sue attuali attività in Russia sono “limitate”.
Le banche internazionali hanno un debito di oltre 121 miliardi di dollari da parte di entità russe, secondo la Bank for International Settlements Le banche europee hanno crediti totali per oltre $ 84 miliardi, con Francia, Italia e Austria che spiccano come paesi più esposti.