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Russia, su bond punta il dito contro gli Usa: “pagamenti fatti”

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È partito ieri il conto alla rovescia per il default sul debito della Russia. È la conseguenza del mancato pagamento delle cedole agli investitori stranieri sui bond in scadenza ieri, 117 milioni di dollari dovuti agli obbligazionisti dei due eurobond, da effettuare obbligatoriamente in dollari.  L’alert era già arrivato ieri dall’agenzia di rating Fitch, che aveva prospettato questo scenario.

In realtà, ministero delle Finanze russo, Anton Siluanov, ha affermato in un’intervista alla rete televisiva statale Russia Today che il paese ha pagato in dollari gli interessi sui due bond che andavano pagati entro mercoledì.

“La possibilità o l’impossibilità di completare il pagamento in valuta estera non dipende da noi” ha aggiunto il ministro precisando che “noi abbiamo il denaro, abbiamo effettuato il pagamento ed ora la palla è nell’altro campo e in particolare in quello delle autorità Usa”. In precedenza lo stesso titolare delle finanze russe aveva indicato la possibilità che il pagamento degli interessi sui bond venisse fatto da Mosca in rubli con la conseguenza che la Russia sarebbe stata dichiarata in default.

Siluanov ha quindi precisato che i soldi sono stati versati sul conto in divisa estera accesso presso una banca Usa ma che al momento non c’è stata conferma che la transazione sia stata eseguita. E in effetti, da fonti interpellate dall’Ansa, alcuni degli investitori ad oggi non hanno ricevuto le somme dovute. Tecnicamente, è però previsto un ‘periodo di grazia’ di 30 giorni che da’ tempo fino al 15 aprile per scongiurare la dichiarazione ufficiale di default.

In caso di default, ecco chi rischia

Lo scenario peggiore, ovvero quello dell’insolvenza, avrebbe conseguenze negative non solo per detentori dei bond ma anche per l’economia mondiale. Nonostante il numero uno del FMI, Kristalina Georgieva, abbia dichiarato in un’intervista che l’esposizione delle banche globali alla Russia “non è rilevante”,  obbligazioni russe sono in mano a fondi d’investimento sparsi per il mondo, assicurazioni, fondi pensione.
Una bomba ad orologeria che solo per 40 miliardi è debito pubblico: il grosso è costituito da bond di aziende russe popolari fra gli investitori occidentali come Gazprom (oltre 28 miliardi), Russian Railways (quasi 5 miliardi), Rosneft e Lukoil (2,5 e 2,3 miliardi rispettivamente), banche di primo piano come Vtb e Alfa Bank (2,3 e 2,1 miliardi), Vnesheconombank (3,8 miliardi), Sberbank (3 miliardi).

Default artificiale

Va tuttavia ricordato uno scenario di default sarebbe artificiale: Mosca ha soldi per pagare le cedole, ma le sanzioni Occidentali, conseguenti all’invasione russa in Ucraina, hanno congelato le riserve in valuta estera.