Il bonus benzina da 200 euro è una delle misure messe in campo dal governo nel dl Energia, insieme al taglio delle accise, per tentare di contrastare il caro carburante. Il valore dei buoni benzina concessi dalle aziende ai dipendenti è fissato nel limite di 200 euro per lavoratore. Un bonus che, come spiegato, non concorrerà alla formazione del reddito e su cui non verranno imposte ulteriori tasse. Si tratta quindi di 200 euro netti sia per l’azienda sia per il lavoratore e, in quanto tali, vantaggiosi per entrambi i soggetti.
Riguardo alle modalità di erogazione del bonus al momento non si conoscono dettagli. Quello che appare probabile è un coordinamento con i sindacati tramite accordi che le regoleranno nel dettaglio, ma è possibile che le imprese decidano di concedere il beneficio unilateralmente.
Punti chiave del decreto
Tra i punti più discussi, quello sul contenimento dei prezzi dell’energia. Il decreto prevede infatti una riduzione delle accise sulla benzina e sul gasolio impiegato come carburante per autotrazione. La misura consiste nella riduzione del prezzo di benzina e gasolio di 25 centesimi di euro al litro per un periodo di 30 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento. Riduzione bollata da molte parti “insufficiente”.
Tra le altre misure:
- la possibilità per le imprese di rateizzare fino a 24 mesi il pagamento delle bollette di luce e gas;
- aumento della platea di famiglie che potranno ottenere il bonus sociale sulle stesse bollette (Isee da 8mil a 12mila);
- altra cassa integrazione in deroga e sostegni vari ai settori più colpiti dalla crisi conseguente alla guerra in Ucraina, a partire dall’autotrasporto e dal turismo;
- rafforzamento della golden power, delle misure di cyber security e del sistema di accoglienza dei profughi.
Per l’intervento, nato per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie e il tessuto imprenditoriale, il governo mette sul piatto 4,4 miliardi. E lo fa senza mettere mano quasi alle risorse pubbliche ma tassando del 10% gli extraprofitti delle società energetiche.
“Interveniamo – ha spiegato il premier Mario Draghi, nella consueta conferenza stampa successiva al cdm – per aiutare cittadini e imprese a sostenere i rincari del costo dell’energia, con particolare attenzione alle famiglie più bisognose e alle filiere produttive più colpite. Miglioriamo i presidi a tutela del nostro sistema imprenditoriale. E rafforziamo il sistema di accoglienza, per gestire gli afflussi di rifugiati dall’Ucraina che stanno aumentando e ci aspettiamo aumentino ancora”.
Taglio accise: “bisognava fare di più”
Il provvedimento non ha mancato di sollevare critiche.
“Visto che la manovra nel suo complesso non graverà sulle casse dello Stato, bisognava avere più coraggio. Ricordiamo, altresì, che tra i “beneficiari” di questa straordinaria situazione c’è anche l’erario che, grazie all’aumento dei prezzi dei carburanti, dal gennaio 2021 fino ad oggi può contare su un extragettito di oltre 1,5 miliardi di euro” dicono dalla CGIA di Mestre. “Come potenziare la misura presa ieri sera dal Governo ? Riducendo, ad esempio, del 50 per cento le accise su benzina e gasolio per autotrazione, portandone così il prezzo alla pompa rispettivamente a 1,74 e 1,78 euro al litro. Il costo per le casse pubbliche sarebbe stato sicuramente importante; almeno 1,5 miliardi di euro al mese, ma necessario per alleggerire con forza i costi che stanno mettendo in grossa difficoltà i bilanci di tantissime famiglie e altrettante imprese.
Con la riduzione di 25 centesimi del prezzo alla pompa, invece, la benzina è destinata a scendere da 2,18 a 1,93 euro al litro (vedi Tab. 1) e il gasolio per autotrazione da 2,16 euro al litro a 1,91. L’operazione dovrebbe costare attorno agli 800 milioni di euro. Rispetto al taglio deciso dal Governo, la proposta dell’Ufficio studi della CGIA farebbe risparmiare agli automobilisti 19 centesimi in più al litro la benzina e 13 centesimi in più il gasolio.