Società

SCANDALO DE VITA

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Può la stessa persona curare gli interessi degli automobilisti e quelli delle compagnie petrolifere? E’ quanto si chiede il deputato dell’Ulivo Aleandro Longhi, che ha presentato un’interrogazione dedicata al “doppio ruolo” di Pasquale De Vita, membro del Comitato esecutivo e vicepresidente dell’Aci ma anche presidente dell’Unione Petrolifera Italiana. L’on. Longhi è convinto che ci sia incompatibilità e nella sua interrogazione spiega perché. “Pasquale De Vita è anche il presidente della rivista “Cambio”, di cui l’Aci è l’editore con una società partecipata al 50 per cento dalla Mondadori.

Presentato sulla rivista dell’Aci – Mondadori nella veste di presidente dell’Upi, rispondendo ad un lettore De Vita ha spiegato che l’aumento del costo dei carburanti è determinato sostanzialmente da tre cause: dal prezzo del barile di petrolio pagato in dollari, dalla mancata riforma del sistema di distribuzione e dalle onerose accise statali sui carburanti: gli effetti negativi di questi tre fattori avrebbero costretto le aziende petrolifere inevitabilmente ad aumentare il prezzo del carburante”.

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La domanda del deputato è “se il Governo ritenga eticamente ed economicamente conciliabile che il vicepresidente dell’Aci, nella veste di presidente dell’UPI, di fronte al calo vertiginoso del prezzo del petrolio al barile, difenda e giustifichi la non proporzionale discesa del prezzo del combustibile alla pompa”; e inoltre “se il Governo sia a conoscenza del fatto che Pasquale De Vita non può curare gli interessi degli automobilisti e delle aziende petrolifere, in quanto, le due associazioni che rappresenta, sono antitetiche negli scopi e con interessi dichiaratamente diversi e quindi non conciliabili”. Secondo il deputato dell’Ulivo sarebbe dovere dell’esecutivo commissariare l’Aci.

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