Economia

Saipem, ricapitalizzazione da 2 miliardi nel nuovo piano industriale

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Dopo la maxi perdita registrata di 2,4 miliardi nel 2021, Saipem ha aggiornato il piano strategico al 2025 che prevede anche una ricapitalizzazione da 2 miliardi di euro entro l’anno. A questo si affiancherà una nuova linea di finanziameno sottoscritta con un pool di banche per riequilibrare la struttura finanziaria nel breve periodo. Così il gruppo attivo nel settore energetico italiano prova a ripartire dopo il drammatico profit warning lanciato a fine gennaio.

Saipem, pronta ricapitalizzazione da 2 miliardi

La manovra finanziaria, volta a ridurre il livello di indebitamento e ristabilire adeguati livelli di cassa, si articola in un aumento di capitale di 2 miliardi la cui realizzazione è prevista entro la fine dell’anno. I soci Eni e Cdp hanno assunto l’impegno a sottoscrivere complessivamente circa il 43% dell’aumento di capitale, in proporzione alle partecipazioni detenute. La restante parte di circa 57% è coperta da un accordo di preunderwriting con primarie banche italiane e internazionali.

Saipem ha inoltre sottoscritto accordi per far fronte alle esigenze di liquidità a breve termine per 1,5 miliardi di euro, di cui 645 milioni messi a disposizione da Eni e Cdp quali versamenti in conto futuro aumento di capitale, e per 855 milioni da un pool di banche a titolo di finanziamento.

Dopo l’aumento di capitale, Saipem prevede un debito netto (post IFRS 16) di circa 800 milioni a fine 2022, con un target di fine 2025 vicino a zero.

Il nuovo piano industriale, quali obiettivi

Con il nuovo piano industriale Saipem prevede di realizzare una crescita dei ricavi del 15% annuo tra il 2021 e il 2025 e un Ebitda adjusted di oltre 0,5 miliardi nel 2022 e oltre 1 miliardo nel 2025.

Allo stesso tempo, si attende una riduzione dei costi di struttura nel 2022 per oltre 150 milioni e oltre 300 milioni a regime nel 2024, da realizzare, ad esempio, attraverso la razionalizzazione degli uffici internazionali e un’approfondita revisione dei costi generali e amministrativi. Per quanto riguarda il free cash flow, è atteso assorbire cassa per circa 1 miliardo di euro nel 2022 per poi tornare a una generazione di cassa tra il 2023 e il 2024, con free cash flow previsto a circa 700 milioni di euro nell’anno 2025.

E’ bene ricordare che nell’intero 2021, i ricavi sono scesi del 6,8% a 6,87 miliardi, l’Ebitda adjusted è stato negativo per 1,19 miliardi (positivo per 614 milioni di euro nel 2020) e l’Ebit adjusted è passato da un +23 milioni a -1,71 miliardi di euro.

Vendita delle attività meno redditizie

Il gruppo intende focalizzarsi sul suo core business, ovvero sull’acquisizione di attività offshore, sia E&C che drilling. Stando alle aspettative di Saipem, il mercato di riferimento E&C offshore dovrebbe crescere dell’8% annuo nel periodo 2021-2025, in particolare in Medio Oriente e Africa. “Nell’orizzonte di piano – anticipa la società – si prevede di acquisire progetti E&C offshore per circa 24 miliardi di euro, target in crescita del 14% rispetto al piano di ottobre 2021”. Il mercato del drilling offshore è, invece, previsto in crescita con del 16% annuo su scala globale.

Individuate anche azioni aggiuntive, come la monetizzazione di asset, la rinegoziazione di contratti esistenti e la valorizzazione del business drilling onshore, che potrebbero apportare potenziale liquidità addizionale per oltre 1,5 miliardi di euro. In merito alla cessione delle attività meno redditizie di perforazione su terra (drilling onshore), Saipem annuncia di avere in corso un negoziato su base esclusiva con un primario operatore internazionale.

Quanto pesa l’esposizione alla Russia

Il piano non prevede acquisizioni di nuove commesse in Russia, che peraltro ad oggi rappresenta una porzione limitata del portafoglio ordini esistente. Saipem fa comunque sapere di star monitorando l’evolversi della situazione per valutarne gli impatti. Sui quattro progetti il backlog complessivo è pari a 1.966 milioni di euro, che pesa circa l’1% e circa l’8% sul backlog inclusivo di società non consolidate.

“Nello scenario, considerato comunque improbabile, della cancellazione immediata dei contratti, l’impatto sull’Ebitda e sul risultato netto consolidato, è stimato essere non significativo – precisa il gruppo – In tale scenario l’impatto finanziario complessivo è stimato tra i 100 e i 150 milioni di euro, tenuto conto anche dei dividendi attesi”. Anche se non esclude che “un ulteriore deterioramento estremo della situazione geopolitica e delle sanzioni internazionali a essa associate possano portare a impatti più importanti, ad oggi non stimabili”.

Saipem chiude il 2021 con un rosso di 2,46 miliardi

Saipem ha chiuso il 2021 con una perdita netta di 2,46 miliardi di euro, più che raddoppiata rispetto agli 1,13 miliardi registrati nel 2020. Nel solo quarto trimestre del 2021 il rosso è stato di 1,34 miliardi di euro contro i -120 milioni dello stesso periodo dell’anno prima.