(9Colonne) – Siena, 8 feb – Nel giro di un secolo scarso, il Brunello di Montalcino, il Chianti Classico e il Nobile di Montepulciano potrebbero diventare dei vini “estinti”, dato che le condizioni climatiche che oggi caratterizzano quelle zone di produzione non sussisteranno più, a quella latitudine, ma si sposteranno decisamente più a nord: è questo lo scenario “apocalittico” prospettato dallo studio “Effetto della variabilità meteoclimatica sulla qualità dei vini”, realizzato dall’Università di Firenze. Il progressivo aumento dell’effetto serra, accelerato da processi di antropizzazione sempre più aggressivi, provocherà gravi anomalie climatiche. Fra le molte conseguenze del “global warming”, anche il cambiamento della geografia enologica mondiale, con un progressivo innalzamento della latitudine ideale per la pratica della viticoltura. Paradossalmente, il fenomeno, ad oggi, si prefigura dal suo lato “positivo”: a partire, dagli anni Ottanta, infatti, il livello qualitativo dei vini delle tre grandi denominazioni toscane – sempre secondo lo studio realizzato dall’Università di Firenze – ha fatto registrare apprezzabili incrementi, non solo imputabili ai progressi della viticoltura e dell’enologia, ma anche alle particolari condizioni climatiche, soprattutto in termini di più elevata disponibilità termica.